mercoledì 9 dicembre 2009
L'uomo ideale
Corso di BLSD per laici: non si tratta di imparare a maneggiare allucinogeni pur senza la tonaca, ma di offrirsi di rianimare in giro per la città chiunque abbia la sventura di avere un arresto cardiaco davanti a un incompetente con diplomino.
Un corso che ti dona responsabilità morali enormi non accompagnate dalla competenza necessaria a non farti sprofondare nel panico e prendere a calci l’immobile figuro che ha osato metterti in questa situazione con il suo improvvido infarto.
Finché la cosa si limita ad un gentile manichino, la sensazione è di narcisistica pienezza di sé. “Ora fatemi andare per il mondo, laddove timide maestrine, candidi vecchietti e spericolati motociclisti mi stanno aspettando cianotici”.
Poi, in strada, guardi tutti con diffidenza: non fatemi scherzi, eh, aspettate che giri l’angolo per accasciarvi al suolo.
In passato avevo seguito un corso di questo tipo in Germania, per cui amavo dire che, se qualcuno si fosse sentito male, avrei cominciato a parlare in tedesco, sperando sinceramente di non trovarmi davanti a un vecchietto reduce dei lager nazisti, così da peggiorare sensibilmente il suo quadro clinico. Cose come Kopf ueberstrecken non sono di facile digeribilità.
Con questo corso speravo di liberarmi da questa maledizione teutonica.
Entra il maestro: “occhei, ragazzi, la vogliamo smettere di fare camurria? E’ ora di imparare, minchia! (…) Se l’uomo davanti a voi dispinoico è, non fiata, utilizziamo la manovra di Emlisc (Heimlich, ndr). Tutti, capiste? Domande? Ma allora siamo tutti bbravi, ah”.
Ecco, se ora mi sverrà davanti qualcuno, mi toccherà diventare il commissario Montalbano: Neffe sono, signo’, se sente bbène?
Ora dovrei aver imparato come massaggiare cardiacamente, come introdurre aria con un pallone rianimatore detto ambu e come applicare un defibrillatore semi automatico per poi deresponsabilizzarmi e seguire le sue indicazioni metalliche: “mollate il paziente, analisi in corso. Scaricare: via! Ricominciate pure la rianimazione, se necessaria. Occhei, così va bene. Lo state perdendo”.
Cosa mai io debba fare in assenza di pallone e defibrillatore, ovvero nel 99% dei casi, se mai la cosa mi capiterà, è argomento sul quale hanno preferito non spendere troppe parole.
Quindi, tout le monde: se a qualcuno verrà mai l’alzata di ingegno di avere un arresto cardio-circolatorio in mia presenza, raccomando vivamente di:
- attenersi al manuale dei casi tipici
- non soffrire di osteoporosi
- non avere il petto troppo villoso, o generoso di seno
- non avere inutili ammenicoli come un reggiseno, una cravatta, una camicia: va bene una tuta con cerniera sul davanti
- farlo accadere in una delle zone di distribuzione sperimentale di defibrillatori a disposizione dei passanti
- non sognarsi di essere gravidi, troppo giovani, estremamente sovrappeso, o con patologie precedenti
- avere tanta, tanta pazienza.
Solo in queste condizioni, con l’uomo ideale, potrò lavorare efficacemente.
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