mercoledì 7 luglio 2010
Inizio lavori altrui
Finora, il sudato incanto dei lavori propri.
E poi ci sono i lavori altrui, quelli che con gran dolore è necessario delegare, nonostante preventivi degni della ricostruzione di Ground Zero.
Cosa darei per sapere fare la malta, anche se l’unico tentativo cementifero che abbia mai fatto, uno scalino tra le rocce, si è guadagnato nel giro di mezz’ora titolo ad attingere ai fondi per i terremotati.
Come vorrei occuparmi del mio impianto elettrico, anche se scambierei la terra con il mare, restando fulminata sul posto.
Come vorrei attaccar piastrelle, che mi sembrano opere d’arte, tagliate giuste alla fine di ogni muro come per magia.
Come vorrei estrar dai tubi palle di pelo centenario… no, l’impianto idraulico lo appalto volentieri.
Dunque: si è scoperto ad acquisto avvenuto che la casa non è collegata alla fogna cittadina. L’equilibrismo verbale del venditore, che continuava a sostenere davanti ad un’armata di professionisti che il sado va al fondo perso e il fondo perso va alla fogna, e per fare tutto ci vuole un fiore, è stato smontato in fretta, per la nostra disperazione. Pare che chiedere l’allacciamento di una casa al tubo pubblico distante un metro dalla stessa sfiori, quanto a burocrazia e dispendio, l’impegno che richiederebbe il tentativo di allacciare l’intera Korogocho, baraccopoli intorno a Nairobi, alla fogna di Milano.
Non immaginavo che avrei desiderato così sentitamente di partecipare a una di quelle allucinanti trasmissioni televisive in cui - al solo costo della propria dignità - ti aiutano a realizzare il tuo sogno, e, tra le telecamere e i sorrisi della conduttrice, svelare che tutto ciò che desidero è allacciarmi alla fogna di T.
Si sono tenute molte riunioni, nel cortile di casa. In tutte imperava il catastrofismo più assoluto: il comune potrebbe voler espropriare una parte del giardino per mettere un marciapiede, il salvavita è finto, ma c’è una colonna di scarico? Potrebbe crollare il tetto!
Un po’ come in quei film in cui una coppia entusiasta compra una magione e si trova dopo due settimane di spese insostenibili con un cumulo di macerie. E non le portano nemmeno via gratis.
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