Quando leggo non scrivo. In effetti. E devo dire a mia discolpa che è un comportamento socialmente meno dannoso di quello di chi scrive e non legge, una malattia molto diffusa.
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Tutto quello che sai sul cibo è falso di Sarah Farnetti. Ha davvero del divertente, come ogni nutrizionista propini la sua verità come l'unica, con una tale convinzione da convincerti, per lo meno per la durata del libro, che tutto quello che il nutrizionista precedente abbia osato dire sia assolutamente folle. Dunque si passa dalla regina proteina all'irrinunciabile carboidrato, dalla proporzione 40-30-30 a quella 80-10-10 (ma minchia, vi accorgete di quanto siano diverse??), dal credere che il mais sia cosa buona al vederlo come l'alimento con cui ingrassano i bovini prima del macello. La pasta a pranzo, non toccare carboidrati dalle 16. Invece mangiala a cena, l'importante è non toccare frutta, dopo. Il manzo uccide. E' irrinunciabile. Il kamut è una fregatura, grano con marchio proprietario. Però ha meno glutine ed è meno lavorato industrialmente. Compralo. Evviva l'integrale. Evviva il farro. Semi oleosi ovunque. Curcuma a cucchiaiate. Albume! Cazza la randa tirando la scotta!
Insomma, mi ricorda molto il modo di procedere del mio capo ufficio (che però, a discolpa dei nutrizionisti, faceva tutto questo da solo). E soprattutto lascia una sensazione ben precisa: che tra le scienze evolute negli ultimi decenni, questa abbia ancora molta strada da fare, per elevarsi rispetto alla stregoneria.
La battaglia navale di Marco Malvaldi. Il piacere assoluto di una lettura leggera quanto intelligente. Di leggere quello che si sarebbe voluto dire, mascherato da un teatrino assolutamente credibile e spassoso.
Ah, ormai mio maestro di vita.
L'amante giapponese di Isabel Allende. Qui è proprio mestiere. Il libro trasuda mestiere. Mi ricorda i film di Woody Allen. Il peggiore tra tutti trasuda più mestiere del migliore di molti registi. E osservare chi sa creare trame infinite dalla sua trama personale, e scriverle con maestria, ogni volta, è sempre un esercizio intelligente. E' sempre in bilico però sul filo del rischio più grande per chi lavora con la propria creatività: che il mestiere superi la passione. Dunque, per il lettore, il confronto inevitabile coi vecchi capolavori.
Dura la vita, per chi si mantiene a inventiva. Io non corro il rischio che proprio oggi accada che compili il più bell'ordine di acquisto della mia vita, commovente, straziante eppure pregno di speranza nell'avvenire. E che il Supercapomassimo che lo firma si soffermi a riflettere sui dolori della sua infanzia, improvvisamente sconvolto dal mio meraviglioso ordine d'acquisto. E che tutti gli ordini successivi non raggiungano mai più tali vette, e che ogni volta il Supercapomassimo cerchi febbrilmente di provare le stesse emozioni, ogni volta deluso.
Ecco: ho scoperto un punto a favore del mio lavoro. L'unico.
Il seggio vacante di J. K. Rowling. Unico? Primo? libro per adulti della mamma di Harry Potter, collana che mi guardo bene dal toccare prima che mi ci costringa la curiosità di mio figlio, che ha avuto all'uscita critiche molto altalenanti. Devo dire che io ho una passione sconfinata per i libri di beghe di paese, quasi quanta per quelli che raccontano dinastie. Insomma, amo la coralità, se gestita con intelligenza. E ogni volta mi soffermo a pensare agli schemi che l'autore dovrà farsi, per mantenere in piedi tutto un carrozzone di personalità diverse che interagiscono e si modificano nell'interazione come accade nella vita. Avevo molto goduto infatti del datato I peccati di Payton Place, passioni sommerse nella provincia americana. Ora mi sono gettata con entusiasmo nella provincia inglese. La cosa più divertente è che ne leggo come di qualcosa di alieno, perché niente mi è più lontano che questo modo di affrontare i rapporti con gli altri. Che non si dica che odio la fantascienza.
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3 commenti:
avevo tentato di "postare" qualche cosa con la. Mia nuova scoperta ; ( i phone, e ' tutto tranne che un telefono) non ci ero riuscito, vediamo ora)
Pare che funzioni. Nel post fallito ti volevo comunicare una idea che mi è' venuta leggendo i tuoi post. Non so se dovresti fare una cernita per evitare di complicarti la vita cn le persone alle volte citate, ma premesso questo, è scusandomi se questo coso mi crea qualche eventuale complicanza sintattica, ti suggerisco di raccogliere i tuoi interessantissimo pensieri s di farne un libro
Carissimo, sono tutti pensieri spezzati, e in giro adesso ci sono tanti libri ex blog, che, pur mascherati da revisione editoriale, rimangono blog inscatolati...il sogno di scrivere rimane irrealizzato, viene il panico da pagina. ma chissà, nella vita, se la mia trama uscirà all'improvviso
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