mercoledì 28 aprile 2010

Grido d'aiuto


Quando ho lasciato il vecchio lavoro seduto in mezzo alla pianura Padana, tante sono state le nostalgie: prima di tutto per gli amati colleghi ormai amici; poi per un modo di procedere un tantino più sensato; per una certa innovazione informatica che non guasta in un ufficio, tipo una stampante funzionante o un PC che si accende in meno di 20 minuti; per la possibilità di comunicare con gli altri uffici chiedendo informazioni senza che rappresenti un segno di debolezza fonte di critiche e pettegolezzi; per un modo di pensare un po’ più moderno e utile all’insieme.
Una sola cosa non mi è mancata: la pagellina, ovvero quella conversazione con il Responsabile, una volta all’anno, che mette i voti al tuo rapporto con l’utente, alla tua capacità di lavorare in gruppo, e sulla cui base vengono distribuiti gli incentivi annuali. La odiavo, per la tipica paura del giudizio altrui, e soprattutto perché veniva da una persona di cui mi sarebbe molto dispiaciuto perdere la stima.

Non ci è voluto molto: la pagellina è arrivata anche qui.

Dunque: qui non si tratta di entità degli incentivi, non si tratta di timore di perdere la considerazione di chicchessia o di mettermi davanti alle mie mancanze. Si tratta solo di esser conscia che, se Virgilio venisse a chiedermi come immagino l’inferno prima di varcarne la soglia, ciò che descriverei non si discosterebbe di molto dalla pagellina con il Marchese De Sade.

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