Ieri sera, però, ho avuto la prova definitiva del lato positivo di questa vicenda: quando interviene il russìo, si potrebbe tranquillamente spalancare la porta e far entrare il deejay e una quindicina di ospiti senza temere di interrompere il sonno del giusto.
Come al solito mi sono alzata con la delicatezza di una libellula, e sono finita col piede sopra il libretto di Tobì, la ruspa più carina, che, come tutte le ruspe, pigola sonoramente sotto la suola.
Allontanandomi smadonnando come l’ispettore dal braccio rigido Hans Wilhelm Fredrich Kemp in Frankenstein Junior, sono finita col piede contro un treno musicale, che subito è partito petulante: cu cu cu cu sento cantare…A quel punto, la forza della disperazione mi ha spinta fuori dalla stanza con la locomotiva sotto la maglietta, che intanto, stufa del bel canto, intonava i tipici sbuffi dei treni a vapore. Quando la porta spalancata di fretta è finita contro l’angolo del fasciatoio provocando una valanga di asciugamani..ecco, mi son detta, il rave può cominciare.