Finito Canale
Mussolini. Quando un libro mi cattura così, sarà per l’opera in
sé sarà per i luoghi e gli accenti che appartengono alla mia
memoria, tra il veneto e l’agro pontino, ripercorrendo il percorso
di tanti miei anni, pur in situazioni leggere e vacanziere che nulla
hanno a che fare con emigrazione e sopravvivenza, non sono capace di
scrivere recensioni razionali e critiche. Mi limito a consigliarlo a
chiunque si affacci in questa pagina, perché un libro che fa
desiderare il momento di correre a leggerlo ha sempre del magico, e a
difenderlo dalla critica che ho visto più diffusa in rete, ovvero
l’eccessiva dispersione dell’autore rispetto al filo del
racconto: a mio parere, quando il libro è scritto nella forma di un
lungo racconto orale, non può non avere dispersioni, a pena della
scarsa credibilità della situazione (chi mai ha avuto un nonno
narrator-telegrafico?), e se poi le divagazioni sono anche
interessanti e utili a imparare qualcosa, se ne deve avere così
paura?
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