Abbiamo
registrato due canzoni per chitarra e voce, un solo tape per ognuna. E poi
abbiamo assistito all’elaborazione delle stesse, come fossero pongo. Il padrone
di casa si è complimentato del mio controllo della voce, che così ho scoperto
di avere, grazie al quale il numero di correzioni adottate si è ridotto al
minimo, ma ho scoperto che saper cantare, con l’avvento di queste centinaia di
plug in, è sì un orpello grazioso e comodo al fine di pubblicare un disco, ma
assolutamente niente di necessario. Ascoltarsi registrati con una vividità così
incredibile è un’esperienza utilissima, una volta fallito il tentativo di
suicidio. Il fatto che la terza passione del nostro fonico batterista sia la
degustazione enologica l’ha resa più fluida e godibile.
mercoledì 27 febbraio 2013
Cosa non si fa per restare
Senza parole
..senza parole, e poi scrivo, le parole vengono comunque.. È ufficiale, sono tante, tantissime, le persone che dovrei guardare in cagnesco girando per la strada, troppe al lavoro, ovunque..e Maroni in Lombardia, l'apoteosi della follia. Le parole finiscono presto, oggi.
lunedì 25 febbraio 2013
Pantacollant
domenica 24 febbraio 2013
Outing
In parole povere: io sono molto brava a creare poemi, sonetti, odi e ballate, in endecasillabi, in settenari, novenari, con attenzione maniacale alla metrica e alla rima, alternata, baciata o come il committente crede. Ma, attenzione, esclusivamente su argomenti assolutamente irrilevanti.
Due sono le poesie serie che nella vita mi ha dettato il cuore: esse non sono in rima, sono state scritte una nel 1993 e una in anni successivi, entrambe dettate da stravolgimenti del cuore, e quelle due poesie non vedranno mai la luce, passando direttamente dall'oscurità all'oblio in virtù della mia morte.
Tutto il resto è rima, èd è forse divertente, almeno per me che le ho scritte, affettuoso per chi le ha ricevute, curioso, ma inesorabilmente inutile.
Come prova di ciò che sto scrivendo, perchè mi sembra giusto , riporterò qui sotto una poesia scritta per un'esercitazione in un corso di lingua in Germania, anno dell'Erasmus 1997, pur non del tutto esplicativa in materia di metrica per scelta stilistica, che traduco liberamente poco sotto, precisando che ogni traduzione è un po' morire, che l'opera ci perde. E speriamo così di aprire questo blog all'Europa.
Potrei anche lanciare un concorso: chi mi dice cosa mai ci possa fare nella vita, con questa abilità, avrà in regalo un poema su un oggetto a piacere.
Weißt du
Weißt du,
meine Liebe ist unendlich,
wie unzählig ist am Meer
der Sand
Aber sag, mein Lieber,
was hast du
mit der Bademeisterin gemacht,
am Strand?
Weißt du,
ich möchte alles das sein,
was du für mich bist.
Aber erzähl, mein Schatz,
die Frau die immer
an deinem Telefon antwortet:
wer ist's?
Weißt du,
ich bin in dich verliebt
wie in eine erbarnungslose Katze
ein Kater.
Aber, Herz,
wer war das Kind
das wir fortwährend folgte
und sagte: Vater?
So, meine große Liebe,
ärgere dich nicht
wenn ich dich schlage und beiße,
wenn du, in der Nacht,
immer
vergißt,
wie ich heiße.
Sai
Il mio amore è infinito
come lo sono
i granelli di sabbia.
Ma dimmi, amore,
Che hai fatto colla bagnina
A Castellamare di Stabia?
Sai,
io vorrei essere tutto ciò che tu sei
per me.
Ma racconta, tesoro,
la donna che risponde
al tuo telefono
chi è?
Sai,
io sono un gatto
innamorato di una gatta
senza pietà.
Ma dimmi:
chi era il bimbo
che ci seguiva ovunque
e ti chiamava
papà?
Così,
non ti inquetare
se io, e il mio pugno,
ti picchiamo
quando, di notte,
sempre
dimentichi come
mi chiamo.
quanti?
Elezioni. Momento cruciale. Angosciante. Lo so. So che dovrei pensare in modo più lungimirante. Dovrei promuovere dibattiti tra i miei neuroni. Dovrei temere per il nostro futuro. E non fissarmi su un solo pensiero: Domani, passeggiando su un qualsiasi marciapiede, facendo la fila in un qualsiasi ufficio postale, sedendo in una qualsiasi pizzeria, che percentuale di passanti dovrò trattenermi dal prendere a botte? E' che, conoscendo la percentuale, ma avendo solo qualche indizio in merito all'individuazione effettiva dei colpevoli, la vita diventerebbe molto molto faticosa.
giovedì 21 febbraio 2013
Perché?
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Ho un lavoro che non manca mai di demoralizzarmi, per i più
vari motivi. Perché ho completamente sbagliato gli studi che ho fatto, e se
avessi studiato quest’altra cosa chissà. Perché i miei studi comunque non mi
vengono riconosciuti dall’inquadramento contrattuale, quindi tanto valeva
andare a lavorare a 19 anni, tra l’altro come hanno fatto quelli che qui mi
comandano, e avere qualche anno di contributi in più così da sperare di andare
in pensione almeno verso i 76. Perché orrendo vabbé, ma almeno avesse un
riconoscimento economico che ci permettesse, chessò, di mangiarci una pizza
ogni tanto fuori, e invece niente. Perché questo lavoro mi dà il raro
privilegio di essere contemporaneamente affaticata dal troppo fare e annoiata
dalla qualità del fare – dico, almeno fosse solo noioso, potrei dedicarmi,
chessò, al punto croce – Perché nella vita ho sbagliato tutto e questo lavoro
mi sta stretto e non ho avuto il coraggio di capirlo in tempo, e ora è tardi e
la crisi, e come lo lascio un lavoro sicuro. Perché ho un kapo che non ha la
minima idea di cosa stia succedendo, e, quello che è peggio, fa finta di averne
un’idea precisa e agisce di conseguenza con la lucidità di un paziente di
Basaglia. Perché i miei colleghi sembrano soffrire solo per le mancanze della
dirigenza, per l’atmosfera non amichevole, perché siamo sempre meno, come i
soldi nella busta paga, e io soffro di tutto questo ma anche del lavoro in sé.
Ecco, in questa atmosfera complessiva, perché mai l’unica
cosa che mi rasserena sia pensare a Charles Bukowski?
Nemmeno mi piace tanto, Charles Bukowski. E, d’altra parte,
che faccio, a che pro mi paragono a un famoso scrittore? Poi si distruggeva a
bere, e io nutro un’angosciata avversione, sicuramente legata a traumi
infantili (avrò rimosso una relazione tempestosa con un eroinomane?), per chi
si disfa con qualsiasi additivo.
Ma immaginarlo mentre fa il mediocre impiegato in Post
Office, e però poi qualcosa crea, qualcosa lascia..mi rassicura, mi solleva
dall’inquietudine del tempo inutile, e breve.
Scrivere zen
mercoledì 20 febbraio 2013
Scatole cinesi
martedì 19 febbraio 2013
La prova del cuoco

Ora, omettendo la preoccupazione di breve durata su cosa mai mangino all'asilo per avere un tale compulsivo appetito, e omettendo la silenziosa imprecazione dovuta alle fatiche quotidiane per inventare pietanze che Babi non disdegni risentito, devo ammettere che ieri noi madri ci siamo permesse di dimenticare la regola d'oro di SOS tata che vieta l'uso dell'ironia, e abbiamo a lungo riso della ricetta del pan vecchio alle spalle dei nostri figli. Catartico.
domenica 17 febbraio 2013
Phisique du Rolex
Ieri la famiglia si è mobilitata per riempire di legna da ardere ogni anfratto del vano scale di nonna D., per preservarla dai rigori di quest'ultimo mese invernale. E un amico si è incaricato di portare in discarica una serie di inguardabili elettrodomestici non funzionanti che ingombravano l'ingresso coperti di polvere. Tra questi tre antichi televisori dal tubo catodico ipertrofico, enormi e tristi nel loro annoso silenzio.
Nonno G: - basta che tu porti un documento che attesti la tua residenza e puoi buttare tutte le televisioni che vuoi, anche se non sembri uno che possieda tre televisioni...
Amico N.: - no, ma sembro uno che ha queste televisioni..
Nonno G: - basta che tu porti un documento che attesti la tua residenza e puoi buttare tutte le televisioni che vuoi, anche se non sembri uno che possieda tre televisioni...
Amico N.: - no, ma sembro uno che ha queste televisioni..
martedì 12 febbraio 2013
Una voce di notte
Sono bastate alcune ore insonni per iniziare e terminare Una voce di notte, l'ultimo Montalbano di Camilleri.
Mi fa pensare a Woody Allen, Camilleri, negli ultimi anni (anche se la nota in fondo dice che questo è stato scritto diversi anni fa, non so come ci trovo i difetti degli ultimi anni). Ovvero: ormai dietro c'è un mestiere, una professionalità, che si può solo invidiare, davanti alla quale restare sempre e comunque esterrefatti, e che semplicemente impedisce a gente come loro di creare una cosa brutta. Però non c'è neanche più l'entusiasmo di assistere a un atto di genio. Soprattutto, dato comune a diversi suoi libri, e che quindi forse ho già descritto, mi infastidisce che, al fine di alimentare più a lungo il mistero, Montalbano, un po' con la scusa dell'età che avanza, ometta di fare attenzione per lunghi capitoli a indizi che salterebbero all'occhio anche a Manetta, l'aiutante demente del commissario Basettoni. E questo vizio, reiterato, toglie un po' di credibilità.
Anvedi il pastore tedesco..
domenica 10 febbraio 2013
Ormoni e maschere

A scuola
gentile
timida
e a pari merito
sicura
insicura
Perché pagare uno psicanalista?
martedì 5 febbraio 2013
Metodo per elevarsi
lunedì 4 febbraio 2013
Inspirazione
Il mio sport, il canto jazz, richiede inspirazione quanta ispirazione. Per ottenere la prima, l'unica è dedicarsi all'esercizio, e mi sento sempre così carente, anche se ho deciso di dovere a me stessa un po' di sapienza armonica, e ho cominciato un ciclo di sorprendenti lezioni in cui fluttuo tra il terrore del lato matematico della musica e attimi di inaspettata chiarezza (il tritono! Ecco cos'è un tritono, che prima pareva bestia anfibia con qualcosa di mitico! E come si è felici con poco..)
Per la seconda, come fu per l'ispirazione letteraria, nonostante l'assenza di qualsiasi evidenza scientifica credo ciecamente nelle terapeutiche virtù dell'intonaco, e mi ostino ad appendere esempi alle pareti, un po' come fare la doccia nei fiori di Bach per acquisire un equilibrio emotivo. D'altra parte pare funzioni: un conoscente ha appeso per un anno in salotto il progetto di una chitarra Maccaferri, e poi l'ha riprodotta pari pari, e suonava pure..Restando perfettamente ancorata alla scienza, per la legge della utile ripetizione, appendo anche qui, al mio muro virtuale, le mie aspirazioni.
Per la seconda, come fu per l'ispirazione letteraria, nonostante l'assenza di qualsiasi evidenza scientifica credo ciecamente nelle terapeutiche virtù dell'intonaco, e mi ostino ad appendere esempi alle pareti, un po' come fare la doccia nei fiori di Bach per acquisire un equilibrio emotivo. D'altra parte pare funzioni: un conoscente ha appeso per un anno in salotto il progetto di una chitarra Maccaferri, e poi l'ha riprodotta pari pari, e suonava pure..Restando perfettamente ancorata alla scienza, per la legge della utile ripetizione, appendo anche qui, al mio muro virtuale, le mie aspirazioni.
domenica 3 febbraio 2013
Milioni di milioni
Dopo la montagna incantata, milioni di milioni di Malvaldi è stato come andare sul tapis roulant in motorino, anche se ora ho la sensazione di aver creato una metafora controproducente. Insomma, una passeggiata. Rispetto ai romanzi del Barlume, peró, l'ho trovato forse più dilettantesco, e meno affascinante di Odore di chiuso: costruito su un dosaggio meno sapiente di gialli vecchia maniera e caciara toscaneggiante,un gigioneggiare forse un tantino eccessivo. Comunque godibile, e poi mi ha regalato uno sguardo sulla letteratura che ho voluto riportare a destra nel blog, in posizione di comando,e mi ha insegnato una tecnica di jogging interessante, visto che la nuova Nef si diletta anche di corsa, dato incredibile per chiunque mi conosca, e nel romanzo il giovane prete etiope sa di cosa parla quando si parla di correre.
venerdì 1 febbraio 2013
Karache?
Le colleghe, stufe della solita pizza collettiva, intendono svecchiarsi con una gita al karaoke, passatempo a mio vedere attempato, ma in questa regione tutto arriva dopo e risulta anacronisticamente nuovo, salvo poi sottrarsi all'esibizone ancora prima di decidersi ad andare. Totale destabilizzazione nel momento in cui,ingenuamente, ho osato chiedere come al karaoke si comportino con le tonalità: si sono interrotte, mi hanno osservata come se avessi chiesto quanti soldi intendano darmi per cantare, e hanno incominciato: la signora vuole cantare al madison square garden, ha sbagliato compagnie...niente da fare, non sono riuscita a argomentare a sufficienza la rilevanza del dato tonalità, lo scopriranno solo dopo aver deciso di esibirsi con un brano di Mario Biondi: allora si compirà la nemesi..
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