In questa vita travestiti da creature normali, che boccheggiano tra lavoro, spesa, figli, fitness, pulizie, passioni e convivialità, fortunatamente non resta il tempo di prendere atto della propria condizione fino in fondo.
Altrimenti staremmo tutti in fila, a contenderci la posizione migliore per gettarci dal ponte del Diavolo.
Ma ieri ne ho avuto una decisa percezione, capendo nel contempo quanto possa essere facile, per attori e ricconi in genere, mantenersi costantemente a livello di ciò che le telecamere pretendono da loro.
Dopo lavoro ho sperimentato un paio d'ore, naturalmente affannate, perché non mi è dato di vivere diversamente, ad occuparmi esclusivamente del mio corpo (se tralasciamo quella dozzina di messaggi tipo "spengo il telefono, mi raccomando, tieni vicino il tuo, che se chiama la scuola..." "Nonno G, prendi tu Babi, io corro a prendertelo 14 minuti dopo" "ce la fai a fare benzina prima delle 18.25?")
Ho corso sul diabolico tapis roulant che amichevolmente chiamo "Fonzio Pilato" e che altrettanto amichevolmente mi definisce "balena di merda", raggiungendo traguardi per me stratosferici, che corrispondono più o meno alla distanza percorsa da Bolt dal letto al bagno per un bisogno notturno. Nell'eterna e sfibrante corsa ho ascoltato brani che farebbero ridere chiunque, quale sprone all'attività fisica: anche me, dunque li scelgo per correre col sorriso.
Poi stretching come quelli veri, praticamente una pubblicità di abbigliamento sportivo, depilazione mirata ad evitare di causare un infortunio sul lavoro per incendio da sfregamento alla povera massaggiatrice, e...appunto: massaggio gentilmente offerto dai colleghi per il compleanno.
Abituata esclusivamente a massaggi di tipo curativo, una sorta di fight club tra fisioterapista e muscolo, in cui tutti intorno fanno il tifo ruttando birre e io soccombo rantolando e invocando pietà come l'ispettore Clouseau al suo maggiordomo orientale, ieri mi sono goduta un massaggio estetico, dove la lotta tra l'estetista e il pannicolo adiposo si svolgeva a suon di cremine profumate e delicate gentilezze.
Giuro. Alla fine di tutto ero belllissima, nello specchio del centro estetico. Perfino abbronzata. Perfino ragazzina.
Perché mai guardarsi in altri specchi, d'ora in poi? Tanto sarà quella, la foto sulla mia tomba.
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