Chi sogna di scrivere, e importa poco se se ne abbia o meno le qualità, osserva ogni libro che legge con uno sguardo duplice, un po' come un esperto di tappeti antichi, oltre a guardare la piacevolezza dell'insieme e immaginarla nel proprio salotto, guarda anche all'autenticità dei colori rispetto all'epoca, alla finezza della lavorazione, e al significato dei disegni.
Quando il godimento della lettura è duplice, ovvero appassionante e contemporaneamente sorprendente per gli espedienti narrativi, la complessità dei protagonisti, l'incarnare nella storia di uno la storia di tutti, o addirittura di un intero Paese, lì ci si sente tra le mani un qualcosa di magico, e si legge tra la deferenza e l'invidia, il piacere e lo sgomento.
Tutto questo o provato lungo i quattro volumi dell'Amica geniale di Elena Ferrante.
E alla fine dell'ultimo volume si aggiunge la paura di vivere, d'ora in poi, senza Lila e Lenù.
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2 commenti:
Cara Nef, una mia cara amica mi ha iniziato nella lettura e devo dirti che, alla fine di ogni libro mi sento orfano dei protagonisti del romanzo, ma allo stesso tempo sono consapevole che le loro gesta, le loro avventure e la loro presenza mi apparterra' per sempre. Mai più solo ...
mai più
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