Una volta Stefano Benni ha scritto un
breve racconto dalla parte del puntuale, che, dopo una vita di
attesa, può avere qualche ragione di diventare violento. Ebbene, io
ora scriverò dalla parte di coloro che affrontano la vita con il
sorriso medio, categoria nella quale mi vanto di operare.
Ci sono conflitti di pensiero e
molteplici studi sull’influenza della luna sulle colture, ma pare
non esista conflitto sull’influsso della luna sull’umore di certi
eletti.
Il lunatico è quella creatura,
piuttosto diffusa in natura, che ha una miriade di momenti no che di
loro potrebbero corrispondere a quelli di ogni altro essere umano, ma
che ha imparato a far fruttare ottimamente, poiché si sente
autorizzato ad essere: Superiore. Capito. Non disturbato.
Fondamentalmente il lunatico è un
prepotente, a volte inconsapevole. Egli (e non lo dico a caso, visto
che in base alla mia esperienza il lunatico è per il 75% uomo)
decide che è il momento di essere incazzato. Il motivo, normalmente
non si sbilancia a fornirlo, forse nemmeno a se stesso, tanto è
conveniente permanere in quello stato. Il mondo deve farglisi intorno
a distanza di sicurezza, non deve chiedere troppo, bensì limitarsi
ad informarsi educatamente e brevemente per testimoniare il suo
incoraggiamento. Il mondo deve creare una dolce barriera di
protezione. Silenziosa. E tutti ci stanno, a questo gioco delle
parti!
Chi circonda il lunatico prende un
espressione di comprensione, si aggira nei dintorni sussurrando: eh,
sai, è lunatico. Che vuoi fare, ha la luna storta. Sai come è
fatto. E questo dovrebbe bastare a capire, e ad adottare tutta una
serie di accorgimenti, tra cui il non pretendere assolutamente nulla
dal lunatico. Ma l’effetto più paradossale, a mio parere, è il
disprezzo che il lunatico, e quelli del fanclub, nutrono per chi vive
col sorriso medio.
Al lunatico non passa neppure per
l’anticamera del cervello che l’altro si aggrappi anche a fatica
al suo sorriso medio, al solo fine di non far pesare sugli altri le
proprie vicende, oltre che a mesto tentativo di autoconsolazione. Per
il lunatico, egli è solo fortunato. Superficiale. E un po’mona.
E forse è vero, visti i vantaggi della
lunaticità.
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