Ci sono conflitti di pensiero e
molteplici studi sull’influenza della luna sulle colture, ma pare
non esista conflitto sull’influsso della luna sull’umore di certi
eletti.
Il lunatico è quella creatura,
piuttosto diffusa in natura, che ha una miriade di momenti no che di
loro potrebbero corrispondere a quelli di ogni altro essere umano, ma
che ha imparato a far fruttare ottimamente, poiché si sente
autorizzato ad essere: Superiore. Capito. Non disturbato.
Fondamentalmente il lunatico è un
prepotente, a volte inconsapevole. Egli (e non lo dico a caso, visto
che in base alla mia esperienza il lunatico è per il 75% uomo)
decide che è il momento di essere incazzato. Il motivo, normalmente
non si sbilancia a fornirlo, forse nemmeno a se stesso, tanto è
conveniente permanere in quello stato. Il mondo deve farglisi intorno
a distanza di sicurezza, non deve chiedere troppo, bensì limitarsi
ad informarsi educatamente e brevemente per testimoniare il suo
incoraggiamento. Il mondo deve creare una dolce barriera di
protezione. Silenziosa. E tutti ci stanno, a questo gioco delle
parti!
Chi circonda il lunatico prende un
espressione di comprensione, si aggira nei dintorni sussurrando: eh,
sai, è lunatico. Che vuoi fare, ha la luna storta. Sai come è
fatto. E questo dovrebbe bastare a capire, e ad adottare tutta una
serie di accorgimenti, tra cui il non pretendere assolutamente nulla
dal lunatico. Ma l’effetto più paradossale, a mio parere, è il
disprezzo che il lunatico, e quelli del fanclub, nutrono per chi vive
col sorriso medio.
Al lunatico non passa neppure per
l’anticamera del cervello che l’altro si aggrappi anche a fatica
al suo sorriso medio, al solo fine di non far pesare sugli altri le
proprie vicende, oltre che a mesto tentativo di autoconsolazione. Per
il lunatico, egli è solo fortunato. Superficiale. E un po’mona.
E forse è vero, visti i vantaggi della
lunaticità.
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