Non contenta di essermi assicurata, grazie al kindle, un centinaio di libri sempre in tasca, non contenta di indulgere a comprarmene a volte anche di cartacei, per ricordarne ruvidezza e odore, e non dire, in punto di morte, cos'ha in mano quel buffo signore? guardando l'onnipresente breviario, ora mi sono messa a trafugare libri al supermercato, non nel senso di rubarli, ma di avvicinarmi con fare ambiguo allo scaffale del bookcrossing, mollando volumi e intascandone altri, come un tossico che fruga tra le siepi del parco della stazione.
Ho comprato Sarah Hodgson - Cuccioli per negati per dare un impulso alla piccola e incruenta lotta che si svolge in famiglia: cane o non cane.
Per il no milita Marito, che tiene a chiarire che gli è chiara l'importanza di avere un animale, per un bambino, e che per lui va bene qualsiasi cosa, purché non venga chiamato a occuparsi assolutamente di niente, in particolare delle passeggiate. Lo sostiene in pieno - se non si rovinasse le unghie riempirebbe di graffiti e tazebao l'intera casa - Pantacollant, che non capisce cosa mai ci si possa trovare, in un sacco di pulci indemoniato, perchè mai si debba desiderarlo. Il partito del sì è naturalmente il mio: il mio destino è percorrere la mia strada, dall'infanzia ad ora, con famiglie che condividono appieno la visione della vita di Pantacollant. Ma io manco in sicurezza, vedo intorno a me famiglie che abitano in appartamenti di 75 metri quadri con due figli, cani di grossa taglia, numerosi gatti, canarini, cavie e insetti stecco a profusione, ma mi lascio angosciare dai familiari che mi chiedono continuamente se nella mia vita io possa trovare il tempo, la voglia, la forza, nemmeno avessi l'intenzione di adottare una famiglia di diciotto orfani scampati a una guerra. Di solito, in queste situazioni, chi prende la decisione è il figlioletto, che pianta due capricci al posto giusto, usa le lacrime a mo' di gentile ricatto, e ottiene un cucciolo di cui mai si occuperà. Ecco, non Babi. Lui mostra tiepidissimo entusiasmo nel vedere cuccioli per la strada, e, un giorno di pioggia, l'ho sentito dire, senza nessun nesso con ciò di cui stavamo parlando: piove, meno male che non abbiamo un cane, se no dovevamo portarlo in giro. Mi chiedo che altre perle di saggezza riuscirà a partorire a sedici anni. Intanto mi sono letta il libro, perché l'arrivo di un cane parlante che mi convinca a tenerlo con argomentazioni sensate non mi trovi impreparata. L'autrice mi ha dato alcune dritte, ma la trovo un po' caotica. Toccherà rileggere, magari quando la cosa avrà un senso, e anche comprarne un altro.
Ho sequestrato al bookcrossing A cena con Anna Karenina di Gloria Goldreich perchè cenare con un personaggio così importante che un libro continua per trecento pagine dopo la sua morte mi sembrava interessante. Banale. Imbarazzante. Harmony. Lo rimetto giù al più presto, sperando che nessuno mi noti.
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