Viandante, finchè ti limiterai a informarti sulla
disponibilità dei voli, lo spirito maligno veglierà nell’ombra, un po’ come la
strega mentre Hansel e Gretel si sollazzano mangiando tegole e infissi di
marzapane della sua casetta-trappola.
Quando però è il momento di comprare il biglietto, lì solo
i duri possono giocare, o coloro per i quali non comporta alcun problema
cercare di andare a Londra e trovarsi seppelliti da oggetti non richiesti, assicurati
anche per l’eventualità di morire cadendo da una sedia a dondolo, pagando
quanto un posto in business con la Lufthansa.
Il sistema chiede i nomi dei passeggeri, e già qui,
attenzione a non digitare male, altrimenti sarà necessario spendere il doppio
del valore del volo per il cambio nominativo, e ringrazia di non dover andare
dal notaio.
Poi ti offrono una serie infinita di assicurazioni,
raccontandoti macabri aneddoti su come numerosi cadaveri siano stati
abbandonati sul ciglio della pista perché non previdenti (da vivi).
Sotto non c’è la banale scelta: 1. assicurami porco boia
2. non assicurarmi manco per il pipolo.
No, ci sono i nomi dei passeggeri, e un menu a tendina con
la nazionalità da inserire.
Poiché il tutto è compreso nella stessa cornice, preferirai
lasciare vuote quelle selezioni, proseguendo come niente fosse verso il
baratro.
La sezione seguente offre di illustrarti le misure
adeguate per il bagaglio a mano, e tu, illuso, ti armi di penna e foglietto, per
poi misurare la tua valigetta convinto di essere una volpe.
Clicchi, e ti trovi in conto un trolley da 50 €, dal quale
non ti liberi se non oscurando il sito e ricominciando come fossi una persona
nuova.
E ricominci, riuscendo ad evitare di acquistare un set da
viaggio, preosegui ingenuo fino al pulsante CONTINUA. Peccato che poi il sito
ti dica che continuare è impossibile, se non selezioni la nazionalità dei
passeggeri nella maschera dell’assicurazione.
Allora ti rassegni, e naturalmente ti trovi in conto una
quantità di assicurazioni che non avresti mai creduto esistenti. Di nuovo è
necessario andartene, e ritrasformarti in una persona nuova.
Ma il problema è effettivo: l’assicurazione è facoltativa
o obbligatoria? Solo un conto in banca risicato a quel punto può attribuire al
combattente la forza necessaria a non demordere: nel menu a tendina con le
nazionalità, tra centinaia di Paesi facenti parte o meno della Nato, con
identico font, trovi la scelta: grazie, non assicurarmi (che poi si dicono
grazie da soli, visto che dai passeggeri non lo sentiranno spesso).
Ancora sono scossa dall’esperienza, ma so di essere in
qualche modo riuscita ad evitare di pagare l’imbarco prioritario, il trasporto
di sedici violoncelli e l’acquisto di un cane di misura adeguata al bagaglio a
mano. Il prezzo è rimasto invariato fino quasi alla fine, quando, caricando i
dati della carta di credito, ho inserito “italiana”, e patapanf, mi sono
beccata altri 50 euro solo per questa mia vergognosa condizione.
Ora tremo nell’attesa del checkin online: quali trame mi
attendono?