lunedì 28 settembre 2009
Scusi, dov'è il Veneto?
Grigliata in montagna, con tanto di mucche frisone e brune alpine, panorami commoventi, fronde autunnali; mancavano solo le tombe cimbre.
Come ad ogni grigliata che si rispetti, il fuoco è stato preparato con considerevole ritardo sull’ambigua tabella di marcia della fame, ma la quantità di cibo ha ampiamente colmato la voragine tra il dire e il fare.
Avevamo però rimosso, nel viaggio di ritorno, lo spettro della segnaletica stradale. Decisi a rimanere su strade statali per percorrere un’astratta ipotenusa invece dei due lati di autostrada, ci siamo infilati nel profondo Veneto, dove i cartelli notoriamente si spostano, ridacchiano, riappaiono, si accoppiano, insomma, tutto fanno tranne che essere utili al viandante.
Treviso di là e Venezia di qua, e tu prosegui fiducioso. Più avanti: Venezia di qua e Padova di là. E Treviso? troppo tardi, rasa al suolo. Minuto di cordoglio. Fino al prossimo incrocio: Treviso riappare, ma ora si oppone a Bassano. Ma tu non venivi da lì? Se, stremato, ti azzardi a chiedere al passante, ti risponderà: vede di là il cartello per Galliera? bene, NON vada di là per andare a Galliera, ci mancherebbe! poco dopo c'è una viuzza dall’altra parte della strada, se la prende e gira sei volte a sinistra trova un paese nel quale può chiedere per Mottinello, due passi da Galliera.
Aggiungo solo che il Castorino, che ormai non è più castoro perché i denti sono diventati sei, è stato un angelo per le tre ore e quarantacinque di viaggio, aiutato da memorabili cori dei genitori: Hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo!
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