Un amico, il cui nome sarà da me celato fino alla tomba perché ancora teme rigurgiti istituzionali a distanza di una quarantina d'anni, mi ha raccontato di essere stato arrestato ad Amsterdam, per aver rubato una grammatica inglese, a 19 anni, ovvero ai tempi in cui i sistemi sonori antitaccheggio erano già ben noti nelle perfide città nordiche, ma non ancora nelle raffazzonate italiche cittadine come la nostra.
Orbene l'amico infila la porta con la sua grammatica nella giacchetta, quasi spavaldo, come se la impellente necessità del ripasso del present continuous escludesse ogni connotazione giuridica e morale all'atto, e il mondo prende a suonare. Egli si interroga: è la grammatica inglese, che suona? E' un cortese addio agli avventori della libreria? Ho calpestato un mangiadischi (tanto per inserire il lettore in un'epoca ben precisa, ndr)?
Ma i suoi pensieri non vanno lontano, e soprattutto non lo aiutano a imprimere un vorticare alle gambe utile a conquistare la salvezza, perchè un signore in giacca e cravatta, con una fisicità non distante da un hooligan nell'esercizio delle sue tifose funzioni, lo agguanta e lo trascina in un piccolo ufficio. Ove viene immediatamente convocata la Pubblica Sicurezza, nei panni del poliziotto buono e di quello cattivo, il quale, senza alcuna considerazione per la curiosa tipologia del furto, lo ammanetta, trascinandolo per le strade del centro fino alla questura. Forse sarebbe stato diverso, se si fosse trattato di una grammatica di olandese settentrionale.
Fatto sta che, dopo interventi psicologicamente discutibili in una lingua sconosciuta (insisto: rubate sempre la grammatica corretta, gente, ndr) da parte del poliziotto cattivo, l'amico è stato lasciato solo con quell'altro. Che gli ha detto, senza inutili parafrasi: io ti lascio andare, ma tu mi procuri un cappello da carabiniere italiano.
E qui potremmo attardarci in numerose speculazioni sulla corruzione dilagante, che non limita i propri influssi alla nostra sfortunata Europa meridionale, ma io preferisco di gran lunga soffermarmi sul fatto che un mona ruba una grammatica inglese a Amsterdam, ed un altro trova sensato riscattarne la libertà per un cappello da carabiniere.
A onor del vero, il nostro amico è tornato in Italia, e subito si è dato da fare a procurare (commettendo altro reato) il desiato cappello, come se il poliziotto buono facesse parte di una STASI sovranazionale capace di verificarne il mantenimento delle promesse. L'ha prontamente inviato, e mai ha ricevuto risposta.
Da allora si tiene lontano da reati, grammatiche, Olanda e carabinieri. Niente male, quanto a collezione di fobie.
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