Mi rendo conto che quella che sto per scrivere è una di quelle verità che le famiglie dovrebbero mettere in lavatrice a casa loro, senza inopportune condivisioni, ma forse la sincerità potrebbe aiutarmi a superare il trauma.
I colleghi, molto tempo fa, invitati a cena per il mio compleanno, mi portarono un regalo e un biglietto musicale. Aprendolo, una battuta di spirito non eccezionale veniva accompagnata dal ritornello di "life is life" degli Opus. Ebbene, terminata la cena ho fatto una cosa imperdonabile: ho appoggiato il biglietto sulla cassettiera all'entrata, un mobile talmente pieno di roba che a suo confronto la borsa di Mary Poppins non è che una pochette. Da quel momento il biglietto è scomparso, semplicemente non appare più alla vista di nessun membro della famiglia. È introvabile. Ma questo non significa che non si faccia vivo con una frequenza e una scelta dei tempi comici invidiabile.
- Babi! Prendi la sciarpa, se no prendi l'ennesimo raffreddore!
"Life is life...na na na na na",
recita la cassettiera.
recita la cassettiera.
- ora basta, Marito! Non puoi di nuovo rompere, ne abbiamo già parlato!
"Life is life...na na na na na", rendendo inutile qualsiasi replica.
Da un po' di tempo taceva, rendendoci speranzosi circa l'esaurimento della batteria, e la fine di questo rapporto malato e impari. Ma a quanto pare il diabolico ingranaggio ha trovato il modo di funzionare ad acari, perché oggi, mentre marito, stremato sul divano in preda a un gravissimo raffreddore cercava sollievo nell'affetto di Pastaconlesarde, il nostro cane, chiedendosi con quale farmaco di nuova sperimentazione uscire da questo stato comatoso, e se mai avrebbe potuto rialzarsi, la cassettiera ha ripreso indomita: life is life, na na na na na.
Grazie.
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