Il nonno G. ha un caro amico, B, ottimo cartongessista, che non può sopportare i lavori fatti con pressapochismo, e interviene invariabilmente con grande entusiasmo e pesanti critiche alla nostra insipienza, disfacendo opere costate lacrime e sangue a poveri indolenziti intellettuali e collaborando attivamente, con piglio dittatoriale, ad ogni ricostruzione corretta o esteticamente migliore. Insomma, non un Vigile di Alberto Sordi, che sputava sentenze ai lavoratori in veste da camera senza muovere un dito, piuttosto un Abatantuono di Marrakech Express, che interveniva ad aiutare gli amici sporcandosi le mani al grido di: ma no, non si fa così, non è modo, ma dai!
La casa che abitiamo deve molto alle visite costanti dell’amico B, alla sua forza instancabile, dalla copertura a gesso delle imperfezioni delle pareti, alla soglia di legno della nuova finestra del bagno, al muretto esterno, base della rete di recinzione, e così via.
Il problema è che nonno G. si sente continuamente in debito con l’amico, e, oltre a fargli da umile manovale, ostentando la sua stessa energia inesauribile e zoppicando a sera verso casa trascinando le ginocchia doloranti, trascorre i suoi giorni a pensare a come potersi sdebitare. L’altro, vedendosi recapitare a casa una settantina di bottiglie, riparte in cerca di un altro modo di essere utile, e il nonno torna a immaginare premi e medaglie. Casa nostra è attualmente la fortunata sede di questa vicenda che pare il contrario della Guerra dei Roses, una sistematica e vivace ristrutturazione che mantiene le caratteristiche di reciproca rivalsa tipiche della faida. Anzi, faida te.
venerdì 29 aprile 2011
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2 commenti:
Faida te! Bellissima
Faida te! Bellissima
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