Più mi sento invasa dalla fatica e dallo stress più cerco libri che mi rendano leggera, me ne rendo conto. A volte mi sento in colpa, come quando si legge un romanzo perché è piaciuto il film da cui è stato tratto e il cervello, snob fino all’ipotalamo, dice eddai, ma è un sistema da analfabeti di ritorno..Ma non è il momento di Musil. Nemmeno dell’amato James, ho interrotto le Bostoniane. E nemmeno della sofferenza alcolica americana, o della vita di Ipazia. Ho diritto a cercare puro sollievo, o la mente si atrofizza nella semplicità? La risposta me la regala il solito Pennac – certo che difendo i miei diritti di lettore con più veemenza dei miei diritti costituzionali - e mi metto il cuore in pace.
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1 commento:
:)
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