Nei momenti in
cui ogni madre crede di allevare un piccolo genio, normalmente solo a titolo di
barbaro riscatto dei propri fallimenti, credo fermamente che Babi abbia un
futuro da musicista. Basta guardare il luccichio dei suoi occhi davanti a
qualsiasi custodia, contenga pure un mitra per il massacro di San Valentino;
basta prestare attenzione all’incredibile intonazione del pargolo che,
nebulosamente, si tende a far risalire ai primi vagiti; basta osservare
l’ipnotica pazienza con cui il bimbo, contrariamente alla sua vivacissima
natura si sistema sul bordo di un qualsiasi palcoscenico a veder predisporre
l’esibizione di una big band di jazz, con tanto di eterna prova microfoni e
consuete lungaggini da pre-concerto..
Certo che poi
è strano: quando gli strumenti sono pronti, i musicisti hanno indossato il frac,
e le luci attirano lo sguardo verso l’inizio del concerto, ecco che Babi
ritiene di aver terminato il suo compito: ecco, mamma, possiamo andare.
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