lunedì 21 dicembre 2009

nubi di ieri sul nostro domani odierno


Lavoratori: - aiuto, aiuto, tecnico informatico! Non funziona il gestionale! Non riusciamo a salvare il nostro lavoro!
Informatico: - Niente panico. seguite le mie istruzioni: ora provate a uscire.
Lavoratori: - ok.
Informatico: - bene, ora....
Informatco: - ...
informatico: - Hey..c'è qualcuno?

Festa di pensionamento


- Ma chi è quella signora che balla con H?
- Ma cara, è E!
- E. chi?
- La tua dirimpettaia di scrivania….


- guarda S, è vestito tutto di pannolenci, sembra un lavoretto di Natale!


- …E poi il gruppo 6 deve cantare TOC TOC TOC, il gruppo 7 ALE’ DONNE ALE’, il gruppo 8 BRUMBRUMBRUM
- Guarda. Il grande Kapo sta cantando BRUMBRUM invece di ALE’DONNEALE’. Ora vado lì e lo colgo in castagna…


- Chi è quello?
- Un ex collega, era con noi una volta.
- E che mansioni aveva?
- Mah…quello comprava…ehehe…cosa cazzo vuoi che comprasse, quello lì, comprava…ehheee…comprava…oh, se comprava…


- Vista la mia natura riservata, fino a poco tempo fa pensavo che me ne sarei andato alla chetichella, senza festeggiamenti, senza particolari formalità…
- Ma diobono, andare via così, senza nemmeno timbrare?

mercoledì 16 dicembre 2009

Maramaionchi

E' assolutamente necessario che io concorra per munire Babi di una Maramaionchi (http://machedavvero.blogspot.com/2009/12/sapevate-che-sarebbe-successo-il.html)

Non potrei perdonarmi di non aver tentato!
Mantenendomi fedele allo stile, ne approfitto per un limorteci (come diceva Tognazzi fingendosi romano nel film La marcia su Roma) al Marchese de Sade, grande Kapo che siede di là fingendo di essere umano. Forse, con l'aiuto di un Maramaionchi tra le mani sudaticce - sì, lo so che era per Babi, ma lui mi ruba sempre le ciabatte!- troverò il coraggio di sputargli in faccia del succo di frutta, espressione massima dell'umiliazione.

martedì 15 dicembre 2009

BROOD


- Acqua, acqua, acqua, babi acqua!
- Babi, dobbiamo pranzare anche noi, basta urlare continuamente! Se vuoi parlare, alza la mano e te ne sarà dato il diritto!
- zip! (alza il braccio)
- Sì, cosa vuoi, Babi?
- Acqua, acqua, acqua, babi acqua, uno uno acqua!
- Non è acqua, Babi, è brodo coi tortellini. Eccotene.
- zip!
- dimmi, Babi.
- Brood, brood babi brood, uno brood!

mercoledì 9 dicembre 2009

L'uomo ideale


Corso di BLSD per laici: non si tratta di imparare a maneggiare allucinogeni pur senza la tonaca, ma di offrirsi di rianimare in giro per la città chiunque abbia la sventura di avere un arresto cardiaco davanti a un incompetente con diplomino.
Un corso che ti dona responsabilità morali enormi non accompagnate dalla competenza necessaria a non farti sprofondare nel panico e prendere a calci l’immobile figuro che ha osato metterti in questa situazione con il suo improvvido infarto.
Finché la cosa si limita ad un gentile manichino, la sensazione è di narcisistica pienezza di sé. “Ora fatemi andare per il mondo, laddove timide maestrine, candidi vecchietti e spericolati motociclisti mi stanno aspettando cianotici”.
Poi, in strada, guardi tutti con diffidenza: non fatemi scherzi, eh, aspettate che giri l’angolo per accasciarvi al suolo.

In passato avevo seguito un corso di questo tipo in Germania, per cui amavo dire che, se qualcuno si fosse sentito male, avrei cominciato a parlare in tedesco, sperando sinceramente di non trovarmi davanti a un vecchietto reduce dei lager nazisti, così da peggiorare sensibilmente il suo quadro clinico. Cose come Kopf ueberstrecken non sono di facile digeribilità.
Con questo corso speravo di liberarmi da questa maledizione teutonica.
Entra il maestro: “occhei, ragazzi, la vogliamo smettere di fare camurria? E’ ora di imparare, minchia! (…) Se l’uomo davanti a voi dispinoico è, non fiata, utilizziamo la manovra di Emlisc (Heimlich, ndr). Tutti, capiste? Domande? Ma allora siamo tutti bbravi, ah”.
Ecco, se ora mi sverrà davanti qualcuno, mi toccherà diventare il commissario Montalbano: Neffe sono, signo’, se sente bbène?

Ora dovrei aver imparato come massaggiare cardiacamente, come introdurre aria con un pallone rianimatore detto ambu e come applicare un defibrillatore semi automatico per poi deresponsabilizzarmi e seguire le sue indicazioni metalliche: “mollate il paziente, analisi in corso. Scaricare: via! Ricominciate pure la rianimazione, se necessaria. Occhei, così va bene. Lo state perdendo”.

Cosa mai io debba fare in assenza di pallone e defibrillatore, ovvero nel 99% dei casi, se mai la cosa mi capiterà, è argomento sul quale hanno preferito non spendere troppe parole.
Quindi, tout le monde: se a qualcuno verrà mai l’alzata di ingegno di avere un arresto cardio-circolatorio in mia presenza, raccomando vivamente di:
- attenersi al manuale dei casi tipici
- non soffrire di osteoporosi
- non avere il petto troppo villoso, o generoso di seno
- non avere inutili ammenicoli come un reggiseno, una cravatta, una camicia: va bene una tuta con cerniera sul davanti
- farlo accadere in una delle zone di distribuzione sperimentale di defibrillatori a disposizione dei passanti
- non sognarsi di essere gravidi, troppo giovani, estremamente sovrappeso, o con patologie precedenti
- avere tanta, tanta pazienza.
Solo in queste condizioni, con l’uomo ideale, potrò lavorare efficacemente.

martedì 8 dicembre 2009

E' finito l'assedio?


Questa mattina nonna D. si è svegliata, ha lanciato un pigro sguardo alla finestra e, in cima al castello, la bandiera della città sventolava bianca.

- Ci siamo arresi? è stato il primo pensiero.

Era la nebbia.

mercoledì 2 dicembre 2009

Oasi


Ho sempre messo in dubbio l’opportunità del bagno casalingo nella vasca:
- per il problema ecologico; io sbadiglio svagata nei litri d’acqua che disseterebbero una tribù di Turkana per circa due mesi, capre comprese;
- per la sensazione vorrei ma non posso: sogno una vasca dove sguazzare a larghe bracciate tra mille bolle artificiali e in realtà mi stendo in qualcosa di più simile a una bara, in cui restano fuori numerose parti del corpo, che poi fanno ricorso;
- per la lentezza del riempimento, la lentezza dello svuotamento, la temperatura sempre da ricalibrare a fronte di una fugace serenità;
- perché ci sono troppo pochi libri impermeabili in commercio, e di solito contengono storie con intrecci troppo brevi e molto inverosimili, tipo: balena (giro pagina) pesciolini (giro pagina) fanno il bagno insieme (finito il libro).

Ma ieri sera mi sono trovata di fronte alla vasca, dopo il bagnetto di babi. L’ho liberata da:
- n.5 paperette difettose che nuotano di fianco
- n. 1 spazzola morbida per capelli
- n. 1 rastrello di plastica
- n. 1 libro impermeabile con l’avventurosa storia della balena
- n. 3 confezioni di shampoo vuote
- n. 1 calzino gettato in fase di vestizione bebè
- n. 1 flacone di fluoro in gocce
- n. 3 carte da scala quaranta.
E poi ho guardato la vasca. E ho deciso di farlo, dopo tanto tempo. Cavolo. Abbandonata ogni remora morale, vapori di bicarbonato e tea tree per liberare il naso, un libro pur non impermeabile, acqua bollente, quella da tre fasi: - ODDIO MUOIO – Però…- beh beh beh, mi sono ricordata di esistere fisicamente, realtà che dopo il parto perde concretezza, fino a non crederci più.