martedì 29 ottobre 2013

Ultimi libri

Non contenta di essermi assicurata, grazie al kindle, un centinaio di libri sempre in tasca, non contenta di indulgere a comprarmene a volte anche di cartacei, per ricordarne ruvidezza e odore, e non dire, in punto di morte, cos'ha in mano quel buffo signore? guardando l'onnipresente breviario, ora mi sono messa a trafugare libri al supermercato, non nel senso di rubarli, ma di avvicinarmi con fare ambiguo allo scaffale del bookcrossing, mollando volumi e intascandone altri, come un tossico che fruga tra le siepi del parco della stazione.
Ho comprato Sarah Hodgson - Cuccioli per negati per dare un impulso alla piccola e incruenta lotta che si svolge in famiglia: cane o non cane.
Per il no milita Marito, che tiene a chiarire che gli è chiara l'importanza di avere un animale, per un bambino, e che per lui va bene qualsiasi cosa, purché non venga chiamato a occuparsi assolutamente di niente, in particolare delle passeggiate. Lo sostiene in pieno - se non si rovinasse le unghie riempirebbe di graffiti e tazebao l'intera casa - Pantacollant, che non capisce cosa mai ci si possa trovare, in un sacco di pulci indemoniato, perchè mai si debba desiderarlo. Il partito del sì è naturalmente il mio: il mio destino è percorrere la mia strada, dall'infanzia ad ora, con famiglie che condividono appieno la visione della vita di Pantacollant. Ma io manco in sicurezza, vedo intorno a me famiglie che abitano in appartamenti di 75 metri quadri con due figli, cani di grossa taglia, numerosi gatti, canarini, cavie e insetti stecco a profusione, ma mi lascio angosciare dai familiari che mi chiedono continuamente se nella mia vita io possa trovare il tempo, la voglia, la forza, nemmeno avessi l'intenzione di adottare una famiglia di diciotto orfani scampati a una guerra. Di solito, in queste situazioni, chi prende la decisione è il figlioletto, che pianta due capricci al posto giusto, usa le lacrime a mo' di gentile ricatto, e ottiene un cucciolo di cui mai si occuperà. Ecco, non Babi. Lui mostra tiepidissimo entusiasmo nel vedere cuccioli per la strada, e, un giorno di pioggia, l'ho sentito dire, senza nessun nesso con ciò di cui stavamo parlando: piove, meno male che non abbiamo un cane, se no dovevamo portarlo in giro. Mi chiedo che altre perle di saggezza riuscirà a partorire a sedici anni. Intanto mi sono letta il libro, perché l'arrivo di un cane parlante che mi convinca a tenerlo con argomentazioni sensate non mi trovi impreparata. L'autrice mi ha dato alcune dritte, ma la trovo un po' caotica. Toccherà rileggere, magari quando la cosa avrà un senso, e anche comprarne un altro. 
Ho sequestrato al bookcrossing A cena con Anna Karenina  di Gloria Goldreich perchè cenare con un personaggio così importante che un libro continua per trecento pagine dopo la sua morte mi sembrava interessante. Banale. Imbarazzante. Harmony. Lo rimetto giù al più presto, sperando che nessuno mi noti.

venerdì 25 ottobre 2013

Ansie da professionisti

Ora canto. E sto meglio, come non riesco nemmeno a descrivere. Ho aspettato per cantare ehmehm anni della mia vita, dedicandomi a imprese corali, o limitandomi ad essere una dei milioni di showersingers che costellano la parte di mondo in cui si può liberamente disporre di una doccia.
Tutto perché l’angoscia di presentarmi davanti a della gente, e cantare, e esibirmi, e atteggiarmi, superava qualsiasi beneficio potessi trarre dall’esprimermi, o anche solo dagli applausi.
Ora canto, e sto meglio. Ci ho messo troppi anni a capirlo, e ne coltiverò sempre il rimpianto.
Ma ho un amico, N, che supera ogni mio limite in merito all’ansia da prestazione. Nel senso che la sua angoscia non riguarda l’esibirsi per farsi, in qualche modo, giudicare: riguarda qualsiasi situazione in cui lui non gli sia permesso di accoccolarsi sotto una scrivania.
La prossima primavera deve sposarsi, l’amico N. E la cerimonia, già di per sé, comporta una certa sovraesposizione delle due creature che, nel quadro d’insieme, si definiscono sposi, e i cui genitori pagano spesso cifre indicibili per metterli alla berlina di fronte a un centinaio di persone.
L’amico N non è ancora arrivato a gestire questa emozione. Non ho nemmeno il coraggio di rammentargli che dovrà farvi fronte, magari aiutandolo a prendere atto della cosa facendo riferimento ad altri matrimoni a cui abbia potuto partecipare, e ricordandogli quelle personcine vestite in modo particolarmente costoso, nel bel mezzo della navata. 
No, lui ora ha un altro problema. Il corso per fidanzati.
Questa istituzione ha preso molto piede, in questi anni. Non so descriverla molto bene, avendo omesso l’intero settore dal mio matrimonio. Diciamo che mi sono sempre molto divertita ad ascoltarne vari aneddoti dai partecipanti. Ancora però non mi era capitato di sentire di ansia da prestazione.
 Nef, sono stato lì, e ho dovuto dire a tutti il mio nome e cognome. Questa fase l’ho superata, più o meno, anche se ho ancora i brividi. Il corso è eterno, tende a superare la data del matrimonio, ma pare che il numero degli incontri si possa ridurre se ci si assoggetta a commentare dei passi biblici con la propria fidanzata, o con altre coppie. Traendone spunto per la vita di tutti i giorni! Io credo di non farcela. Io credo che tirerò fuori a tempo debito un attacco epilettico, di quella epilessia che, nel rinnovare la patente, ho negato di avere, insieme ad altre numerose malattie. Io preferisco che mi ritirino la patente. Non credo di farcela, Nef.
Non oso immaginare la scelta delle bomboniere.

venerdì 18 ottobre 2013

Modello giuditta

- Babi, sai che oggi siamo stati in giro in vari negozi per vedere se riusciamo a cambiare tutte le nostre vecchissime finestre?
-Evviva! Quelle nuove le voglio rotonde e triangolari!

Vette sublimi

La signora ospite in studio: "E allora mi sono ritrovata in questo prato, distesa. E lì sono stata posseduta dalla Luce".
Il giudice: "Dalla Luce?"
La signora: "Sì, ma era un alieno, mi ha detto che si chiamava Zurdu"
Il giudice: "Scusi, ma questo alieno era sardo?"
La signora: "Non lo so. Mi ha posseduta dodici volte in mezz'ora"
Il giudice: "Beh, una bella eiaculazione precoce"
(Forum, Rete4)

Informazioni improcrastinabili

Un caro amico mi rimprovera sempre di avergli occupato uno dei pochi neuroni rimastigli con la data del compleanno di Joey Tempest, di cui non riesce più a liberarsi. Riferisco l’aneddoto alla collega N, che rimane impassibile. Ci guardiamo. Entrambe, contemporaneamente, ammettiamo di sapere che è il compleanno di Boy George. Ci accordiamo per organizzare uno spritz per l’evento.
Temo che il mio amico non troverà comprensione. I neuroni ballano.
Ah, tanto per proseguire con il contagio, il compleanno dello Europe è il 19 agosto. E ora sono fatti vostri.



martedì 15 ottobre 2013

L'influsso della luna

Una volta Stefano Benni ha scritto un breve racconto dalla parte del puntuale, che, dopo una vita di attesa, può avere qualche ragione di diventare violento. Ebbene, io ora scriverò dalla parte di coloro che affrontano la vita con il sorriso medio, categoria nella quale mi vanto di operare.
Ci sono conflitti di pensiero e molteplici studi sull’influenza della luna sulle colture, ma pare non esista conflitto sull’influsso della luna sull’umore di certi eletti.
Il lunatico è quella creatura, piuttosto diffusa in natura, che ha una miriade di momenti no che di loro potrebbero corrispondere a quelli di ogni altro essere umano, ma che ha imparato a far fruttare ottimamente, poiché si sente autorizzato ad essere: Superiore. Capito. Non disturbato.
Fondamentalmente il lunatico è un prepotente, a volte inconsapevole. Egli (e non lo dico a caso, visto che in base alla mia esperienza il lunatico è per il 75% uomo) decide che è il momento di essere incazzato. Il motivo, normalmente non si sbilancia a fornirlo, forse nemmeno a se stesso, tanto è conveniente permanere in quello stato. Il mondo deve farglisi intorno a distanza di sicurezza, non deve chiedere troppo, bensì limitarsi ad informarsi educatamente e brevemente per testimoniare il suo incoraggiamento. Il mondo deve creare una dolce barriera di protezione. Silenziosa. E tutti ci stanno, a questo gioco delle parti!
Chi circonda il lunatico prende un espressione di comprensione, si aggira nei dintorni sussurrando: eh, sai, è lunatico. Che vuoi fare, ha la luna storta. Sai come è fatto. E questo dovrebbe bastare a capire, e ad adottare tutta una serie di accorgimenti, tra cui il non pretendere assolutamente nulla dal lunatico. Ma l’effetto più paradossale, a mio parere, è il disprezzo che il lunatico, e quelli del fanclub, nutrono per chi vive col sorriso medio.
Al lunatico non passa neppure per l’anticamera del cervello che l’altro si aggrappi anche a fatica al suo sorriso medio, al solo fine di non far pesare sugli altri le proprie vicende, oltre che a mesto tentativo di autoconsolazione. Per il lunatico, egli è solo fortunato. Superficiale. E un po’mona.
E forse è vero, visti i vantaggi della lunaticità.

domenica 13 ottobre 2013

Sogni

Marito: Sai, siamo arrivati ad un'età, in cui dobbiamo passare di livello, dobbiamo fare qualcosa di concreto per realizzare i nostri sogni. E' il momento, non possiamo più aspettare. Tu con la musica, io dormire dieci ore al giorno..

Cinque anni e mezzo

Mamma, mi aiuti a trovare un nome al mio uccellino immaginario?
Piopio?
Noo, non è abbastanza cosmico..
Titti?
Troppo patetico..

Metafora del potere

Dura la vita di chi non ha mai il potere sul telecomando.
Dialogo alla TV:
  • E ricorda: c’è solo una cosa da sapere sulle donne:
Marito si siede. Sul telecomando. Cambiando canale. Scava nel divano, lo trova, rimette il canale giusto.
  • Ecco, ora sai cosa c’è da sapere sulle donne.

venerdì 11 ottobre 2013

Parole che scivolano


Il fascino delle parole che fin da bambini impariamo sbagliate, e quello del significato travisato che diamo ai modi di dire, trascinandoci pateticamente queste lacune fino all’età della vergogna, è inesauribile. Questo è quanto è scaturito da una seduta di psicanalisi collettiva:
A caval donato non si guarda in bocca: nel paese di Caval Donato, sito nei dintorni di San Donà di Piave, è prassi evitare di guardare in bocca alle persone mentre ti fanno un regalo.
Se non è zuppa è pan Pagnacco: se non è minestra troverete la soluzione in una ricetta tradizionale del paese friulano.
I maldidenti sono criminali con la spiccata passione per assaltare le diligenze che si recano a ovest, e vengono così chiamati per l’abitudine di coprire il volto con lo stesso fazzoletto che indossano stretto intorno alla mandibola coloro che hanno mal di denti.
Arteggiamento: atteggiamento che si mescola con qualcosa di artefatto.
Sul cappello che noi portiamo c’è una lunga penna nera che ci serve da bandiera su pei monti a veleggiar (no comment)
Le prostitute di alto borgo se le possono permettere solo coloro che vivono all’apice della collina.
Vivere all’addiaccio è molto dura, immaginate solo come deve essere vivere all’agghiaccio. Non è pervenuto come ci si sentainvece a trovarsi all’abbiaccio.
Mi raccomando: non nominare il nome di Dio Ivano.
(segue)

giovedì 10 ottobre 2013

Libri nei mesi silenziosi

Prima cosa: riprendere il filo delle letture. In questo caso, temo, in modo poco utile a chi cerchi consigli, perché non è facile, almeno per me, conservare ricordi così razionali da comporre una recensione completa e utile. Dei libri, in massima parte, conservo memoria dell’attaccamento, della gioia, del fastidio o della sorpresa. Ho individuato i seguenti tra lo scaffale in camera e il Kindle, sicuramente ne avrò dimenticato qualcuno, e me ne dispiace.
Ci sono stati libri di passaggio.
La mossa del cavallo di Camilleri, romanzo storico di cui ricordo soprattutto l’angoscia di una storia, purtroppo estremamente moderna e verosimile, in cui tutti collaborano per rovinare un funzionario pubblico che tentava un approccio troppo libero e onesto per non risultare scomodo. La dea cieca di Anne Holt, di quei gialli cupi e nordici che mi danno sempre la doppia sensazione di non avere alcuna voglia di leggerne altri (anche se poi non so perché ci cado periodicamente) e di essere estremamente fortunata di vivere in Italia, sensazione impagabile, in questi tempi. In effetti, detta così, un libro estremamente utile. Vento rosso di Raymond Chandler. Uno degli scrittori preferiti di mio padre, che mai gode tanto come leggendo le conversazioni di autori pieni di testosterone, o ascoltando gli aridi dialoghi dei western di Leone:
 - falegname, una bara di altezza media.
(colpi di pistola
– due bare, errore mio.
Scrive bene, Chandler. E’ spiritoso, essenziale all’osso, ti fa entrare perfettamente nel clima dell’epoca e del posto. Storie perfettamente credibili. Ma per me è così secco da essere ruvido,pieno di attrito per l’occhio che scivola sulla pagina. Ci sarà un motivo, per cui preferisco la caipirina al martini. Camera oscura di Simonetta Agnello Hornby. Interessante, breve, svela retroscena a me sconosciuti sulla vita di Lewis Carrol, un tantino troppo attratto dalle Alici nel paese delle meraviglie che costellavano i suoi giorni, e che fotografava spogliate con il beneplacito di madri che avrebbero dato le figlie in pasto alla tratta delle bianche, se solo avesse significato la salita di un gradino in società. Il broker di Grisham, che come al solito ti coinvolge con grande mestiere nella storia, ti culla con curiosità ben calibrata, ti dona quel po’ d’ansia utile alla lettura, ma non sufficiente a scombinarti nemmeno un’ora di vita. Insomma, un libro comodo, caldo, inutile, che ti fa pensare che il benessere non avrà mai fine e che ti insegna qualche cosa sul mondo politico o giudiziario americano che invariabilmente dimenticherai.
Ci sono stati libri che non ho ancora ben capito perché io li abbia comprati, credo sia accaduto grazie alla barbara commistione dellofferta lampo Amazon per il kindle, che ti spinge a pensare che ti perderai qualcosa che avresti pagato molto meno del suo valore, e di recensioni deliranti, immagino prezzolate; mi hanno lasciato un malessere che rasentava l’aggressività: Il male minore di Simona Fruzzetti, Tutto per amore o quasi di Emily Griffin. Ah, e mi hanno anche lasciato una orribile reputazione tra coloro che alla Amazon ti campionano i gusti per rifilarti offerte su misura, e che ora mi offrono continuamente romanzi tipo Harmony:
anvedi, è uscito Amore proibito nella sabbia, rifilalo a quella làa 99 centesimi. 
Ci sono poi stati libri di cui ho riconosciuto il valore da subito, e di cui sono grata agli autori: Mildred Pierce di James Caine, il sogno americano che si rovescia in maledizione senza che i protagonisti riescano a uscire dalle proprie scelte sempre sbagliate, sempre fatte per motivazioni sbagliate. Storia di un corpo di Pennac, libro godibilissimo che nasce da un’idea magnifica, soprattutto per chi come me ha sempre avuto la velleità di fissare la propria vita in un diario, per poi scoprire nella rilettura che poche cose sono noiose come il rileggere i propri stati d’animo (scrivere dell’anima), e poche cose appassionanti come rileggere ciò che è semplicemente accaduto (scrivere del corpo). Mia suocera beve di Diego De Silva, scritto magnificamente, mi ha fatta ridere alle lacrime e mi ha portato ad emozionarmi per i mille momenti in cui ho trovato scritte emozioni mie, pensieri miei, convinzioni mie, riportate proprio per bene sulla pagina. Io che amo solo te di Luca Bianchini: avevo la sensazione che avrebbe arricchito la categoria sopra descritta, che definirò degli Ahimè, invece l’ho trovato piacevole, sorprendente, leggero ma presente, di orizzonti inaspettati che spaziano sulla riva del mare della Puglia.
I libri che insegnano: in questi mesi di silenzio sulla pagina non posso dire di essere stata in silenzio in ogni campo; non ho fatto che cantare, tra l’altro con discrete, per me enormi, soddisfazioni. Sono immersa nel jazz in modo quasi compulsivo, la batteria che batte i tempi forti mi provoca orticaria, necessito di dosi di swing blues e bossa quotidiane. Non potevo omettere la (ri)lettura di Il jazz – periodo classico – le origini di Gunther Schuller, che nel lontano 2003 leggevo senza capire, e che ora ho capito in parte dopo una serie di lezioni di armonia, traendone enorme soddisfazione (forse eccessiva rispetto alla parte compresa del saggio, ma tant’è). E ho letto contenta Parliamo di musica
Di Stefano Bollani, persona grandemente intelligente e dalle intuizioni appassionanti, anche se il tenore del libro, fortemente divulgativo per scelta, rivolto veramente a tutti, mi faceva mancare qualche approfondimento che avrei gradito molto. 
E infine, i libri che vorrei avere sempre sul comodino, che mi spingono ad aspettare la sera con trepidazione, rendendo un pochino più irreale, e un pochino meno interessante, la vita vera, che mi avvolgono e per i quali mi dispiace vedere assottigliarsi lo spessore delle pagine ancora da leggere, per i quali mi interrogo sul destino dei personaggi, diventati un po’ famiglia. Non ho tanto altro da dire, sui titoli che seguono, se non che mi mancano tanto, ancora.
E l’eco rispose di Khaled Hosseini
La bastarda di Istanbul di Elif Safak (che ho tanto osservato in libreria senza il coraggio di comprare, quasi temessi una delusione nemmeno fosse una storia d’amore, forse perché con la Turchia io ho una storia d’amore che perdura tutt’ora)
Piccola ape di Chris Cleave.

martedì 8 ottobre 2013

Torna di nuovo

Nutro per il mio blog il senso di colpa che si rivolge a un figlio che si ama ma che non si può fare a meno che deludere, quel figlio che ti riconosce più facilmente se ti vede di spalle, mentre te ne vai. Sono un genitore un po' immaturo, fuggito per non affrontare più la responsabilità (verso me stessa e le mie memorie, non mi illudo di essere così determinante per altri), ma che sente perpetuamente una spina nel cuore, tiene una foto sulla scrivania, e coltiva ila convinzione di comportarsi meglio in futuro.
Meno male che è solo un blog. Che mi ha attesa senza grandi pretese, come i cari amici che lo leggevano. Ha sopportato le mie annotazioni sul cellulare, questa devo scriverlo sul blog, e le inutili annotazioni mentali che poi si confondono in un magma che imbastisce i giorni. Babi è stato gran spiritoso, in questi mesi, oltre a prendere un enorme numero di centimetri, e tante cose mi hanno resa inaspettatamente felice della mia vita. Eppure non riuscivo a indirizzare energie anche a scriverne, e contemporaneamente ne soffrivo, una specie di inspiegabile odi et amo.
Nescio
Sed fieri sentio
Et excrucior.