martedì 15 ottobre 2013

L'influsso della luna

Una volta Stefano Benni ha scritto un breve racconto dalla parte del puntuale, che, dopo una vita di attesa, può avere qualche ragione di diventare violento. Ebbene, io ora scriverò dalla parte di coloro che affrontano la vita con il sorriso medio, categoria nella quale mi vanto di operare.
Ci sono conflitti di pensiero e molteplici studi sull’influenza della luna sulle colture, ma pare non esista conflitto sull’influsso della luna sull’umore di certi eletti.
Il lunatico è quella creatura, piuttosto diffusa in natura, che ha una miriade di momenti no che di loro potrebbero corrispondere a quelli di ogni altro essere umano, ma che ha imparato a far fruttare ottimamente, poiché si sente autorizzato ad essere: Superiore. Capito. Non disturbato.
Fondamentalmente il lunatico è un prepotente, a volte inconsapevole. Egli (e non lo dico a caso, visto che in base alla mia esperienza il lunatico è per il 75% uomo) decide che è il momento di essere incazzato. Il motivo, normalmente non si sbilancia a fornirlo, forse nemmeno a se stesso, tanto è conveniente permanere in quello stato. Il mondo deve farglisi intorno a distanza di sicurezza, non deve chiedere troppo, bensì limitarsi ad informarsi educatamente e brevemente per testimoniare il suo incoraggiamento. Il mondo deve creare una dolce barriera di protezione. Silenziosa. E tutti ci stanno, a questo gioco delle parti!
Chi circonda il lunatico prende un espressione di comprensione, si aggira nei dintorni sussurrando: eh, sai, è lunatico. Che vuoi fare, ha la luna storta. Sai come è fatto. E questo dovrebbe bastare a capire, e ad adottare tutta una serie di accorgimenti, tra cui il non pretendere assolutamente nulla dal lunatico. Ma l’effetto più paradossale, a mio parere, è il disprezzo che il lunatico, e quelli del fanclub, nutrono per chi vive col sorriso medio.
Al lunatico non passa neppure per l’anticamera del cervello che l’altro si aggrappi anche a fatica al suo sorriso medio, al solo fine di non far pesare sugli altri le proprie vicende, oltre che a mesto tentativo di autoconsolazione. Per il lunatico, egli è solo fortunato. Superficiale. E un po’mona.
E forse è vero, visti i vantaggi della lunaticità.

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