venerdì 19 ottobre 2012

Ha vinto lui

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Non so se avete presente Bruce Willis in Pulp fiction, quando si arma in maniera sempre più sofisticata per la sua vendetta, dal coltellino al kalashnikov. 
Questa è stata più o meno la scena che con nonna D. ho vissuto ieri dal veterinario, per riuscire a fare le analisi del sangue al suo gatto, operazione tra l'altro inutile, visto che, anche individuata la patologia, sarebbe stato impossibile fargli ingurgitare qualsiasi medicina, quindi tanto vale preservare uno stato di beata ignoranza di uomini e bestie.
Prima l'ho tenuto fermo per il collo, mentre la dottoressa si avvicinava fischiettando con la siringa, poi, sono stati aggiunti dei guantoni da boxe antiunghia, poi è arrivato un altro veterinario, ho visto sfilare una cintura dai pantaloni, e non escludo che ad un certo punto sia intervenuta una ruspa. E niente analisi del sangue. Ha vinto il gatto. 
 Da piccola, in ospedale, ho tentato qualcosa di simile, ma hanno vinto loro. E ora sono senza adenoidi.
Guardo quel gatto con un rispetto nuovo.

Consueto resoconto dei libri estivi

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Philip Roth, La macchia umana. Quest'uomo scrive da dio, non ci son santi, ed è così coinvolgente da non credere, e mi viene quasi da piangere dall'invidia, a pensare come possa allestire un'impalcatura così salda con la storia di una famiglia che alla fine mi pare di conoscere..tutto questo quando non si perde in pagine e pagine di descrizioni leziose con flussi di coscienza eterni a cui sinceramente non credo possa interessarsi assolutamente nessuno, nemmeno chi li produce. Credo che la protagonista l'abbia implorato di smettere, inascoltata. Ebbene, di nuovo ho invocato e usato il diritto del lettore che dà il nome a questo blog. Non è possibile sopportare un parallelismo tra un personaggio e una cornacchia che duri oltre le quattro pagine. Non è possibile. Augh.
Gli aye aye e io - Gerald Durrel è sempre un grande, lo adoro fin da piccina, anche se forse, cercando i suoi lavori meno noti, il tutto un po’ si ripete, soprattutto il tipo di umorismo. Insomma, prevenivo le battute. Ma ora so cosa sono gli aye aye, roba da non sottovalutare.
Arthur Golden, Memorie di una geisha: di quei libri che da anni guardavo in libreria con la coda dell’occhio, con la copertina troppo glamour (dio, mi vengono i brividi, a questa parola), e il preconcetto che i best seller siano tutti del livello letterario di “Confidenze”. E ora l’ho trovato, per l’incrociarsi di due condizioni: il tentativo fallitissimo di leggere in spiaggia il kindle, per ovvi motivi di surriscaldamento/sabbiature, fattori che gli aggeggi elettronici incomprensibilmente non apprezzano; e un negozietto di libri di seconda mano, già così rovinati e provati che anche una casuale mareggiata sulle sdraio non ne avrebbe modificato l’aspetto. Ne sono stata molto contenta, per essermi goduta una storia affascinante, per avere scoperto cosa sia esattamente una geisha, per il sollievo di non esserlo. Buon libro formativo.
Patricia Cornwell, L'ultimo Distretto: nella stessa libreria ho trovato l’ennesimo giallo di kay Scarpetta, in una condizione tale da stupirsi che non si trovasse in terapia intensiva. La spiaggia non poteva nuocergli in nessun modo. E me la sono spassata, così, con leggerezza.Senza assolutamente ricordarmene il titolo, che ho dovuto andare a rivedere. Chissà se è più piacevole essere letta da tutti e ricordata da nessuno, o essere letta da pochi ma ricordata come pietra miliare. Posto che finchè non scrivo non mi accadrà di sicuro nessuna delle due cose, posso farmi un sonnellino.
Nick Hornby, E’ nata una star. E' una cosuccia da poche pagine. Che mestiere, cavolo. Poche pagine che riescono a farti entrare in una famiglia come fossi una ragazza alla pari, lasciandoti con tutte le curiosità di chi torna a casa non sapendone più niente;e non solo, poche pagine per far ridere, e fare confronti (non di dimensioni!), e pensare. Magnifico Hornby.
Jeffrey Eugenides, Middlesex. Quando un libro piace a mia madre e piace a mio padre di solito è un ottimo libro. I due, gran lettori, sono complementari, e quando un romanzo contiene ciò di cui hanno bisogno entrambi, esso è completo. E godibile. E infatti, mi è piaciuto moltissimo, fino a chiedermi cosa diavolo io stessi aspettando a leggerlo. La cosa curiosa è che, espresso ai genitori il mio entusiasmo, nessuno dei due ricordava assolutamente il romanzo, che pure ha una trama abbastanza singolare.E, mi pareva, indimenticabile...

Perchè tornare al lavoro?


2° giorno di ritorno dalle ferie. Inizio una mail: 

Salve, 

poi mi interrompono. Sbrigo, e torno a pensare a cosa stavo facendo. Vedo la mail, leggo: 

Salve,

e rispondo: ‘giorno.

Senza titolo

-->Mi dice dideltaindelta che spesso vede morire blog anche carini,  che all'improvviso sembrano risorgere con struggenti post del tono: scusate, non ho più tempo, giuro che tornerò a scrivere, e poi la fiammella si spegne tra fantastilioni di parole del web. Ebbene: non scriverò niente di simile, per scaramanzia, e le alternative sono due: morire in silenzio oppure ricominciare a scrivere di buona lena, sperando di avere qualcosa da dire.