venerdì 19 ottobre 2012

Consueto resoconto dei libri estivi

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Philip Roth, La macchia umana. Quest'uomo scrive da dio, non ci son santi, ed è così coinvolgente da non credere, e mi viene quasi da piangere dall'invidia, a pensare come possa allestire un'impalcatura così salda con la storia di una famiglia che alla fine mi pare di conoscere..tutto questo quando non si perde in pagine e pagine di descrizioni leziose con flussi di coscienza eterni a cui sinceramente non credo possa interessarsi assolutamente nessuno, nemmeno chi li produce. Credo che la protagonista l'abbia implorato di smettere, inascoltata. Ebbene, di nuovo ho invocato e usato il diritto del lettore che dà il nome a questo blog. Non è possibile sopportare un parallelismo tra un personaggio e una cornacchia che duri oltre le quattro pagine. Non è possibile. Augh.
Gli aye aye e io - Gerald Durrel è sempre un grande, lo adoro fin da piccina, anche se forse, cercando i suoi lavori meno noti, il tutto un po’ si ripete, soprattutto il tipo di umorismo. Insomma, prevenivo le battute. Ma ora so cosa sono gli aye aye, roba da non sottovalutare.
Arthur Golden, Memorie di una geisha: di quei libri che da anni guardavo in libreria con la coda dell’occhio, con la copertina troppo glamour (dio, mi vengono i brividi, a questa parola), e il preconcetto che i best seller siano tutti del livello letterario di “Confidenze”. E ora l’ho trovato, per l’incrociarsi di due condizioni: il tentativo fallitissimo di leggere in spiaggia il kindle, per ovvi motivi di surriscaldamento/sabbiature, fattori che gli aggeggi elettronici incomprensibilmente non apprezzano; e un negozietto di libri di seconda mano, già così rovinati e provati che anche una casuale mareggiata sulle sdraio non ne avrebbe modificato l’aspetto. Ne sono stata molto contenta, per essermi goduta una storia affascinante, per avere scoperto cosa sia esattamente una geisha, per il sollievo di non esserlo. Buon libro formativo.
Patricia Cornwell, L'ultimo Distretto: nella stessa libreria ho trovato l’ennesimo giallo di kay Scarpetta, in una condizione tale da stupirsi che non si trovasse in terapia intensiva. La spiaggia non poteva nuocergli in nessun modo. E me la sono spassata, così, con leggerezza.Senza assolutamente ricordarmene il titolo, che ho dovuto andare a rivedere. Chissà se è più piacevole essere letta da tutti e ricordata da nessuno, o essere letta da pochi ma ricordata come pietra miliare. Posto che finchè non scrivo non mi accadrà di sicuro nessuna delle due cose, posso farmi un sonnellino.
Nick Hornby, E’ nata una star. E' una cosuccia da poche pagine. Che mestiere, cavolo. Poche pagine che riescono a farti entrare in una famiglia come fossi una ragazza alla pari, lasciandoti con tutte le curiosità di chi torna a casa non sapendone più niente;e non solo, poche pagine per far ridere, e fare confronti (non di dimensioni!), e pensare. Magnifico Hornby.
Jeffrey Eugenides, Middlesex. Quando un libro piace a mia madre e piace a mio padre di solito è un ottimo libro. I due, gran lettori, sono complementari, e quando un romanzo contiene ciò di cui hanno bisogno entrambi, esso è completo. E godibile. E infatti, mi è piaciuto moltissimo, fino a chiedermi cosa diavolo io stessi aspettando a leggerlo. La cosa curiosa è che, espresso ai genitori il mio entusiasmo, nessuno dei due ricordava assolutamente il romanzo, che pure ha una trama abbastanza singolare.E, mi pareva, indimenticabile...

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