mercoledì 8 giugno 2011

Texaco, Patrick Chamoiseau

Con grande ritardo sostituisco il libro sul mio comodino elettronico, spendendo poche parole per Texaco. Mi ha lasciata perplessa, creando quella situazione mentale per cui non mi attraeva per nulla aspettandomi la sera a letto, ma trovava sempre il modo di risvegliare la mia attenzione quanto bastava ad evitare di essere abbandonato.
Un libro come un obbligo tollerato. Mi infastidivano i manierismi per cui la città era chiamata (pare dal creolo) Incittà, e la protagonista si riferisse al padre come “il mio Esternome (quello è il nome, ciò che contesto è il possessivo), e quel modo di scrivere costantemente evocativo, come un continuo incipit.
Comunque qualcosa ho imparato, su luoghi e tempi di cui ero ignorante. Andato.

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