giovedì 12 aprile 2012

Fai bei sogni


Cominciamo col dire che sabato sera da Fazio Marito ed io siamo fans assoluti di Gramellini, che ascoltiamo e condividiamo, con cui ci indigniamo e ridiamo e pensiamo.
Dunque ci sono tutti i presupposti affinché il mio lato curioso delle vicende umane sia interessato a sapere di più. Come capita con gli amici, con le persone per cui giungi a provare una qualche forma di affetto, anche solo lontano, televisivo, dunque forse fasullo.
Quindi ho letto questo romanzo con coinvolgimento e passione, a volte scrutando la foto dell’autore sul retro del libro per leggerci con rispetto i segni di tanto dolore. Gramellini parla della morte della madre, quando aveva nove anni, che l’ha lasciato con persone che non hanno saputo sostituire degnamente l’affettività materna e la cui morte ha in un certo modo bloccato la sua vita, rendendolo incapace di reagire costruttivamente, fino alla scoperta, a quarant’anni, del fatto che si fosse suicidata per il terrore di un cancro che l’aveva invasa, e al successivo perdono per l’abbandono, che gli ha permesso di riprendere a crescere e vivere. La storia fluisce mantenendo alta l’attenzione pur conoscendo già il colpo di scena, ed ero contenta di tornare al mio libro, perché l’uomo scrive bene, è spiritoso e scorrevole.
MA
Trovo sempre così difficile comprendere come ci si possa trascinare un trauma di questo tipo per così tanti anni, senza saper reagire e trovare una strada per vivere -e questo, lo so, è un commento arrogante. Mi si risponderà: se è successo è possibile. Forse, per capire l’umanità di un suicidio, bisogna essere cresciuti con l’affetto che a lui è mancato, o forse, per non capirla, bisogna viverla direttamente. Però.
E poi mi destabilizzo ogni volta che leggo una storia così tanto privata, che abbraccia e serve in un vassoio tutta la vita di un uomo, così vera, perché è vera, e ci sono tante persone coinvolte, ed è come smutandarsi l’anima, e in parte denudare altre persone, e credo che non ne avrei mai il coraggio, per me e per chi mi è vicino.
E così la mia carriera da scrittrice è fallita in partenza, non avendo particolare talento per la fantascienza.

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