giovedì 1 dicembre 2016

Aho'

Nella Nuova Premiata Ditta coesiste un coacervo di persone provenienti da Premiate Ditte diverse, con abitudini anche opposte e modalità operative tra le più varie.
Per esempio: noi eravamo abituati a chiudere le porte degli uffici, pur spalancandole per scambiarci un profluivio di boiate a ritmo regolare. Qui tengono le porte spalancate, anzi, ci hanno gentilmente avvisati che tenerle chiuse risulta maleducato ed escludente, ma le puttanate si fermano spontaneamente sulla soglia, per lasciar passare solo concetti più sobri, e assolutamente nessun grido di sfogo o euforia. 
Ancora, il nostro albero di Natale era un casino fatto di anni di accumulazione, con palline a forma di pigne anni Ottanta, altre a forma di scarpe di Manolo Blahnik, fili di perle, orsi col maglione. Loro un albero da vetrina di negozio di una volta, strettamente rosso e oro. Di nuovo: sobrio. 
Che poi si lavora bene, eh. Persone serie e chiare, che prendono in carico i problemi e cercano una soluzione. Materiale raro.
Ma la cosa più curiosa è costituita dai regolamenti che dobbiamo seguire, in merito a orari, permessi, mensa e ferie. 
In attesa di una regolamentazione comune, l'indicazione dei piani alti è che ognuno continui a seguire le proprie norme interne di provenienza. Dunque, nello stesso ufficio, c'è chi può usare i permessi personali retribuiti per parlare coi prof. del figlio, e chi no. Chi può andare in mensa senza avere anche il pomeriggio al lavoro, e chi solo nei giorni in cui il tempo è prolungato. Chi deve terminare le sue ferie entro metà gennaio, e chi entro giugno. Chi conserva a titolo di straordinario i minuti fatti in più, e chi li vede inesorabilmente cancellati a fine mese, come se quella vita non l'avesse vissuta. E' un po' come Roma e il Vaticano, il cui confine i turisti attraversano senza nemmeno accorgersene, ma chi ci vive lo sente. 
E noi semo i romani.

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