lunedì 19 dicembre 2016

Senza nome

Curiosissimo, un titolo così, per un romanzo del 1862. Contiene due elementi che per la mia indole sono un binomio vincente: Inghilterra e Ottocento.
Se poi aggiungiamo Wilkie Collins, confezioniamo un pacchetto che è la mia garanzia di godimento assoluto. L'uomo, all'epoca, ha lasciato senza fiato migliaia di lettori del romanzo, pubblicato a puntate su una rivista, e ora ha lasciato me in un duraturo stato di benessere, lungo le ottocento pagine del romanzo. Numero di cui non avevo preso atto, dato che la lettura in formato ebook elimina completamente la senzazione della consistenza del libro, di peso e pagine, se non per percentuali, che non catturano a sufficienza l'attenzione. 
Mi interrogo sempre sul mio legame con l'epoca e il contesto. Non so se abbia a che fare con il fascino della trama, o con la curiosa abitudine delle protagoniste femminili di risolvere nel deliquio il sopravvenire delle difficoltà, virtù delicata che così spesso vorrei possedere, quando invece ogni colpo inferto dalla vita mi vede fastidiosamente e dolorosamente sana. Ma sicuramente subisco una totale fascinazione per come, nell'intricata accozzaglia di avventure sofferenti, poi tutto trova il modo di sistemarsi, di ricondursi al giusto e al buono, ad una qualche forma di felicità.



Nessun commento: