venerdì 6 novembre 2009

Viste e riviste


Lo ammetto: non è solo il piccolo istrice, che rallenta paurosamente le mie letture. Dopo il parto allattavo distesa con il libro dietro il capo del piccino finché non ha imparato a girarsi per capire cosa gli sottraesse la mia attenzione, per poi a guardarmi con giusta riprovazione.

Il problema è dovuto a un grave errore logistico. In un impeto di futilità ho accolto un’offerta di abbonamento a una rivista, di quelle che di solito compravo esclusivamente al mare quando la valigia era troppo piccola per sopportare il numero di libri indispensabile al periodo.
Ho sempre evitato accuratamente di circondarmi di giornali oltre lo stretto necessario, sacrificando l’aggiornamento alla letteratura, poiché ogniqualvolta mi sia trovata davanti a questi oggetti del demonio, mi sono dimostrata debole e completamente incapace di impiegare il diritto del lettore che dà il nome a questo blog; devo leggere dall’inizio alla fine, indipendentemente dall’interesse per l’argomento o dal livello della scrittura. Una vera e propria dipendenza.
E questa volta non mi sono difesa con attenzione.

No, il nome della rivista rimarrà scolpito nella mia memoria come fallimento, ma non sarà mai riportato in questa sede!

1 commento:

Anonimo ha detto...

se temi di incorrere in rappresaglie dell'editore hai la mia comprensione.... altrimenti è giusto che tu ci faccia sapere cosa non dobbiamo leggere. In ogni caso è talmente prezioso il tempo che personalmente ho rinunciato da tempo a leggere quotidiani e riviste (a parte qualche raro aggiornamento con qualche rivista politica, carpita da Internet): non so se te ne ho parlato ma fondamentalmente (a parte l'organo Ufficiale del Partito a cui appartengo) considero i quotidiani come una delle tante espressioni del consumismo e della superficialità.
Il fatto di non saltare le pagine lo trovo effettivamente una dipendenza ma chi non ne è esente? (intendo dire dalle dipendenze in genere)Io ad esempio, sto lottando da parecchio tempo per liberarmi di una che non ha niente a che fare con i libri. Si tratta dell'amore-odio per il calcio e segnatamente per l'Udinese. Il fatto che me lo abbiano inculcato da bambino non è sufficiente a giustificare la mia ossessiva necessità di preoccuparmi della sua pwermanenza in serie A, ad esempio. Le dipendenze sono un problema serio e io non vorrei che tu pensassi che ritengo patologica la tua dipendenza a non saltare le pagine. Lo è invece la mia a identificarmi con una squadra di nemici di classe strapagati e mercenari che alimentano un oppio da cui dovremmo liberarci. E io invece non ho pace se la squadra del mio "cuore" e stavo per dire "del cazzo" (scusa per l'uso dispregiativo che faccio ingiustamente di questo attributo; anche qui prolissamente potrei dilungarmi)
dicevo che non ho pace la domenica fin che i suddetti mercenari non hanno terminato la loro formale pratica col pallone e determinato il mio umore nelle ore successive.
spero che questo infernale aggeggio abbia pietà di me e mi consenta di inserire le cose che ho scritto e anche per questo non mi dilungo e magari passo ad un altro post (si dice così? )