martedì 23 novembre 2010

Il Marchese sorprendente


Da alcuni giorni il Marchese de Sade mi sorride, mi dà amichevoli pacche sulle spalle, dà la sensazione che in corridoio aspetti proprio me per salutarmi calorosamente, risponde alle domande, ne pone altrettante sul mio stato di salute.

Ora, che io giri verdognola per i corridoi è un dato di fatto, ma nulla di nuovo, da quando Babi torna dall’asilo nido recando con sé un ragguardevole catalogo di germi e batteri, e questo non ha mai mosso il Marchese alla commozione.
Forse il corso di aggiornamento che sta seguendo, quello per dirigenti “trangugia e divora”, sprona i Kapi a shakerare periodicamente i dipendenti con fare amichevole, metodo per regalare incentivi morali senza corrodere l’entità del proprio bonus; magari avendo cura di scegliere quelli più a rischio di licenziamento, per una dolce dipartita.
Forse ha ricevuto una lettera anonima da qualche samaritano che si è inventato per me chissà che protezioni politiche, che l’hanno messo sul chi vive: teniamocela buona.
Forse, infine, soffre di dispepsia, dunque, su consiglio del medico, affronta la vita sorridendo per diminuire l’acido, e benché, vista la scarsa abitudine del viso a tale smorfia, l’effetto che ne emerga sia un increspatura delle labbra pieno di sottintesi che ti spinge ad offrirgli del denaro per indurlo a tacere segreti che ti riguardano e di cui pare essere a conoscenza (achtung citazione), l'atmosfera è comunque meglio di prima.

Che faccio, me la godo finché dura o proseguo con le dietrologie?

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