mercoledì 17 novembre 2010
Libri in trasloco
In tutto questo tempo il libro sul comodino virtuale è rimasto L’Americano di Henry James, potevo quasi immaginarlo impolverato.
E’ un libro pazzesco, in cui fondamentalmente succede così poco da rendere addirittura miracolosa la pur consueta abilità dell’autore, da me tanto amato. E’ scritto così bene, così palesemente bene, da regalare tensione e aspettativa in qualcosa di estremamente friabile, di appena accennato, e da sbattermi continuamente in faccia cosa voglia dire saper scrivere veramente, come dono.
Il comodino reale, per fortuna, ha subito un turn-over più denso di quello virtuale, attraversando:
- i racconti di Un mese con Montalbano, riletti dopo una decina d’anni e sempre godibilissimi;
- Sex and the City, il romanzo di Candace Bushnell che prese ispirazione dalla rubrica settimanale che la stessa autrice cominciò a scrivere nel 1994 per il New York Observer, da cui la nota serie di cui non ho mai visto nemmeno un episodio per i casi della vita, e che mi ha sempre incuriosita. Mi ha lasciato la stessa impressione agghiacciante di American Psycho, di un mondo ormai così corroso e soffocato dal niente da far desiderare di passare la serata con i protagonisti dell’Albero degli zoccoli a intagliare ciabatte da un cedro del Libano cantando vecchie nenie.
- Xxxxxx, ne censuro anche il titolo per la vergogna di aver creduto alla recensione entusiastica di una delle blogghiste che seguo abitualmente, anche perchè lo stesso titolo avrebbe dovuto farmi sospettare; non sono andata oltre pagina 15. Bleah.
- L’ultimo Montalbano, Il sorriso di Angelica: che dire? Mi chiedo come la moglie di Camilleri viva un marito di 85 anni il cui alter ego non fa altro che farsi traviare da giovinette statuarie, che pare pullulino a Vigata più che a un party di CSI Miami prima dell’ammazzatina. Mah, non so, questi cliche mi stanno un poco stufando, e questo un po’ influisce sulla consueta piacevolezza della lettura.
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