martedì 20 aprile 2010

Sentimenti vergognosi


Difficile trattenere l’invidia, quando una collega ce la fa: hanno accolto la sua domanda di trasferimento interno.
Da giorni la si vede vagare tra i corridoi, persa in qualche sua fantasia, ormai distaccata da i piccoli giochi terreni che caratterizzano la vita di ogni baraccone burocratico, e la si coglie a prendersi il tempo di riordinare la scrivania, fino quasi a scoprire il truciolare impiallacciato sotto metri di carte.
Se ti rivolgi a lei, non parla più da collega, bensì come un saggio morente, circondato da discepoli sopraffatti dal dolore, poco prima che il dormiveglia che precede il sonno eterno ne cancelli la lucidità: ecco, tieni, questo è il catalogo che devi mostrare a chi ti chiederà di comprare un trappolimetro. Lo affido solo a te, so che ne farai buon uso.
Insomma, un testamento olografo ambulante.
Il senso di colpa che si proverebbe normalmente nei confronti di un Kapo comprensivo e competente, per la consapevolezza del baratro colmo di scartoffie che necessariamente ci si lascerà dietro la schiena partendo, in questo ufficio nemmeno scalfisce la gioiosa vertigine della partenza, visto che la reazione alla notizia del Marchese de Sade, che ha mantenuto immutato il consueto profilo franco-veneto arrogant-mi, è stata quella di guardare la partente come uno scatarro sul selciato, per poi farle ben capire, scandendo le parole, che qualsiasi mansione essa intenda svolgere nella vita, sia fantina, spogliarellista o referente amministrativo, non la eleverà in alcun modo dalla oscura mediocrità che la caratterizza dal risveglio al tramonto, e che solo per pietà tutti fingono di non vedere.

Difficile trattenere l’invidia, quando una collega ce la fa.

3 commenti:

La Cavia ha detto...

Che merda di uomo..

Anonimo ha detto...

mi scuso per la latitanza... ho casualmente saputo chi è la collega....
non voglio fare alcun commento. L'unica cosa che mi viene in testa a proposito, in questo mio telegrafico inserimento (oltre all'assenza di tue notizie e riscontri a mie ormai nemmeno più recenti incursioni qui e nella posta privata) è quella di aver temuto per un attimo (ma spero di no) di non essere incappato in alcun atteggiamento che potesse avvicinarsi a quello descritto di questa collega nel momento di lasciare la stecca (scusa il termine militare) Io spero profondamente di non aver dato una qualche impressione di questo tipo. mi firmo qui perchè il mio scarso uso dei computer di questi tempi mi fa dubitare delle mie capacità di farti capire chi sono. un abbraccio
Gino

NEF ha detto...

Ciao Carissimo,
in realtà io con questo post non intendevo stigmatizzare l'atteggiamento della comune collega, ma quello del solito Marchese de Sade, perchè capisco benissimo che, sentendosi trattati come cacca sul selciato, senza alcun riconoscimento dell'attività prestata fino a quel momento passi la voglia di impegnarsi per rendere il meno pesante possibile per i colleghi la propria dipartita (in senso burocratico). Lei ha fatto quel che ha potuto, e si rende disponibile al telefono per problemi, ma il marchese non ha fatto una riunione per redistribuire le competenze, non ha affiancato nessuno per imparare, chiedendole magari di restare una settimana in più, ha gestito la cosa nel solito modo barbaro, tutto per orgoglio, e ora siamo fregati...