- Signora, le soglie delle finestre le facciamo di cemento o di pietra? Perché le altre sono di cemento, ma come lo troviamo, chi le fa al giorno d’oggi?
- Signora, ma questo buco nel pavimento sotto la nuova porta, come lo copriamo? Con una soglia di pietra? Con le piastrelle è impossibile!
- Signora, ma la finestra la facciamo bianca? Come, la vorreste di un altro colore?? al massimo ve la dipingete voi!
- Signora, ma le controcasse della porta a scrigno le portiamo noi o le procura lei? Ci servono tra sette minuti.
Sorvolando sul fatto che tutte le centinaia di domande che sommergono la sottoscritta nelle ultime due settimane hanno già una risposta, e che qualsiasi altra cosa io possa proporre viene irrimediabilmente schiacciata da evidenze edili a me sconosciute che rendono la scelta dell’impresario l’unica praticabile ora e per sempre;
sorvolando sul fatto che ogni mia gentile e sussurrata obiezione alle scelte stilistiche-operative-tacniche-estetiche del lavoratore viene accolta con sganasciate proverbiali, tutto un maschile darsi di gomito, silenzi ricomposti, occhiate significative ed altre sganasciate, mentre se la stessa obiezione viene posta da un membro maschile della famiglia, ivi compreso Babi, viene presa in seria considerazione prima di venir comunque cestinata per il teorema dell’impresario di cui sopra;
sorvolando sul fatto che, per evitare morti sul lavoro causate dal soffocamento per introduzione in trachea di bocconi e sigarette dovuto all’incontenibile sganasciare, abbiamo deciso che io intervenga sempre in compagna di un uomo della famiglia, che preservi il mio onore e la sicurezza del cantiere,
sorvolando su tutto questo, resto al mio posto, mi aggrappo ad un aspetto femminile e su questo non transigo: perchè mai una porta scorrevole viene definita “a scrigno”?
Chiamatela “a apriti sesamo”, chiamatela “ a astuccio di legno”, ma quando mai uno scrigno si apre a scorrimento? Eh? Eh? Come la mettiamo?
sorvolando sul fatto che ogni mia gentile e sussurrata obiezione alle scelte stilistiche-operative-tacniche-estetiche del lavoratore viene accolta con sganasciate proverbiali, tutto un maschile darsi di gomito, silenzi ricomposti, occhiate significative ed altre sganasciate, mentre se la stessa obiezione viene posta da un membro maschile della famiglia, ivi compreso Babi, viene presa in seria considerazione prima di venir comunque cestinata per il teorema dell’impresario di cui sopra;
sorvolando sul fatto che, per evitare morti sul lavoro causate dal soffocamento per introduzione in trachea di bocconi e sigarette dovuto all’incontenibile sganasciare, abbiamo deciso che io intervenga sempre in compagna di un uomo della famiglia, che preservi il mio onore e la sicurezza del cantiere,
sorvolando su tutto questo, resto al mio posto, mi aggrappo ad un aspetto femminile e su questo non transigo: perchè mai una porta scorrevole viene definita “a scrigno”?
Chiamatela “a apriti sesamo”, chiamatela “ a astuccio di legno”, ma quando mai uno scrigno si apre a scorrimento? Eh? Eh? Come la mettiamo?
1 commento:
Abbi pietà di loro: hanno un cromosoma in meno..
Secondo me "Scrigno" è un cognome, come le penne "Biro"..
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