lunedì 27 settembre 2010

Weltanschauungen


- Babi, ti piace la casa nuova?
- Mah…veramente…no.

Stavamo guardando una sorta di colabrodo, comprato a giugno a peso d’oro, e per ora (perché è tutta questione di immensa fiducia nel genere umano) di aspetto estremamente simile a una discarica abusiva a cielo aperto; i muri esibivano ovunque ferite di mattoni e sabbia rossa, o cicatrici grigiastre; tubi di destinazione misteriosa costellavano il pavimento, che, nelle parti ancora intere, era completamente coperto da uno strato di lapilli e lava, di spessore tale che non mi avrebbe stupita trovarci dentro qualche cadavere pompeiano cristallizzato in un’eterna, tragica sorpresa. Il cortile brulicava di vecchi sanitari ingialliti, tubi arrugginiti e pezzi di piastrelle giallo senape. E io ho chiesto: Babi, ti piace la casa nuova?

Questo breve dialogo mi ha aperto gli occhi su un aspetto dell’infanzia che forse non sono l’unica a sottovalutare: i bambini mancano dell’esperienza necessaria a confidare in un futuro che non ha già potuto fornire loro degli esempi. Noi ci aggiriamo tra le rovine con un sorriso ebete, immaginando senza troppo sforzo (particolarmente le donne, credo) le piastrelle rosso fuoco che copriranno presto quell’intonaco, il parquet tirato a lucido dopo la rimozione dei reperti archeologici da post –eruzione, perfino i mobili rigirati col pensiero ad individuare la disposizione migliore; mio figlio vede una cosa informe e grigia, e un sacco di familiari che la guardano con orgoglio indicandogli la sua nuova abitazione, che non può non paragonare al suolettino verde acqua, ai quadri allegri alle pareti, alla cucina munita di cibo e di modi per prepararlo.
Noi, quotidianamente, salutiamo calorosamente, anche con una certa deferenza, degli uomini che arrivano nella nostra casa nuova e si mettono a disfare le pareti con aggeggi rumorosissimi. E più lo fanno, più siamo contenti. Mio figlio osserva, e si chiede perché mai lui venga punito se solo si azzardi a esprimere sulle pareti di casa la sua creatività con una penna biro.

Noi ci preoccupiamo, chiedendoci perché Babi indulga ultimamente a temporanee ma frequenti crisi isteriche: mio figlio crederà di esser rimasto l’unico savio al mondo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

ho il computer "principale" rotto e scrivo su una tastiera che non risponde. Ogni tre parole devo correggere , sopratutto la punteggiatura che quindi non userò d'ora in poi. anche se sono in pensione ho un periodo così così (ti dirò) ogni tanto faccio qualche capatina qui e adesso voglio dirti solo due cose velocemente, anzi tre.
La prima è che mi dispiace tantissimo ma proprio tanto di non essere un editore perchè non esiterei a toglierti immediatamente da quell'Ufficio. Sei spassosa, esilarante, infaticabile. Complimenti!!!
La seconda cosa è una sorta di invidia per il periodo che anche io ho vissuto quando ci siamo cimentati nell'impresa di fare la casa dove abito, dieci anni fa. Fu faticoso ma entusiasmante.
L aterza cosa non la ricordo più ( i miei due neuroni faticano a trovarsi) ma mi è venuta in mente una terza che è la nostalgia che rivivo leggendoti, di quando avevo i figli piccoli.
Una quarta cosa, pur con dei distinguo che non sto a elencare, ho ammirato casualmente alla Tv che vedo pochissimo una breve intervista ad Aldo Busi. Ti sembrerà forse strano ma qualche volta il caso ti regala qualche momento di piacere. Pur tra i distinguo a cui accennavo e che insisto a non dirti quali siano, quella breve intervista è tra le cose che qualcuno potrebbe definire che in una giornata alle volte, ti ricompensano della merda che ti è arrivata addosso da più parti, dagli incalliti benpensanti, dai sepolcri imbiancati, dagli ipocriti insomma di vario tipo che spadroneggiano ovunque....
ciao e scusa la mia latitanza
Complimenti ancora...
Gino