lunedì 23 maggio 2011

Mamma, oggi vai a yogart?

Ora ho capito con precisione perché lo yoga nidra va praticato da svegli, come ammonisce sempre il nostro insegnante N.
Giovedì, alla consueta lezione di yoga, sono arrivata in leggero ritardo, tanto da penetrare nella stanza dai pavimenti scricchiolanti facendo un caos del diavolo, mentre le compagne tentavano di localizzare il proprio corpo abbandonato e di respirare attraverso le membra, con un tale nervosismo dovuto al 730 appena fatto al CAAF, luogo in cui frotte di giovani vengono addestrati a diventare cerberi per un mese di fervente attività solo al fine di rifiutarmi numerosi documenti, così nervosa, dicevo, da affrontare l’improvviso rilassamento da atmosfera yoga con un sonno atavico e pericoloso.
Questo sonno già mi minacciava mentre mulinavo le gambe in ampi cerchi piegata in sei, mentre srotolavo la colonna vertebrale dondolando sul pavimento, mentre simulavo il tiro alla fune per allungare le vertebre, mentre intrecciavo danze con le mie anche. Figuriamoci nel momento del rilassamento finale, quando, abbandonati sul materassino sotto una leggera copertina, ci viene richiesto di seguire la voce dell’insegnante attraverso viaggi pacifici al recupero di se stessi.
Giovedì non c’era verso, la burocrazia occupava tutto il mio essere, e se lo contendeva con il dormiveglia, che all’ultimo è risultato vittorioso.
O meglio, lo è stato finché un genio del tempismo, ignorando il cartello che appeso alla porta, a lettere cubitali, minaccia pene corporali inaudite a chi interrompa la meditazione, ha spalancato la porta sfiorando i miei stinchi e provocando in me e qualche altro sensazioni simili a quando il telefono suona alle 4 di mattina e tuo figlio non è ancora tornato dal consueto rave.
Ecco: il rilassamento fatto da svegli regala una sensazione di riposo pari a due ore di sonno continuato. Il sonno interrotto da un imbecille toglie qualche mese di vita. Dunque ho perso in un attimo i benefici di due mesi di yoga.

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