venerdì 5 marzo 2010

Sondaggio - la scuola letteraria più importante


Ed ecco pubblicato un nuovo sondaggio, rubato ad un blog senza vergogna, perchè esprime un argomento da me molto sentito, visto che potrei tediare chiunque per ore, se solo mi desse spago sul mio rapporto conflittuale con la letteratura russa, e quanto lo senta diverso da quello con la produzione inglese.
Mi raccomando, votate a costo di organizzare un call center a pagamento per far vincere il vostro preferito, come a Sanremo.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ti do' spago; io ho votato la letterastura russa. Demoliscimela.

gino ha detto...

e' sempre comunque difficile dare un voto; di ciascuna scuola ovviamente abbiamo potuto apprezzare (per quel poco che si riesce a leggere) qualche rappresentante.
se dovessi fare una graduatoria, per quello che ricordo ( e onestamente per inquadrare il discorso ho sottomano un libro di testo di letteratura dei figli, tanto perchè non si pensi che io abbia in mente gli autori più significativi dell'Ottocento)
scorrendo l'indice e volendo appunto fare graduatorie, ho votato Russia per Dostoevskj(L'idiota l'ho letto due volte di seguito uno degli anni scorsi)
Del resto non posso affermare di essere un lettore impregnato di quell'epoca. (ahimè!!)
In seconda posizione metterei forse proprio l'Italia più per ricordi di letture scolastiche e giovanili che per profonda conoscenza ( Leopardi ovviamente in primis ma anche Foscolo, Manzoni, ecc..)
ma nessun altro è da mettere in terza posizione, mi rincresce;
scorrendo i grandi nomi come non ricordare Oscar Wilde, Dickens, Baudelaire, Stendhal, Flaubert, Rimbaud , Hugo, Goethe, E.Allan Poe.
nell'ordine li metteri così:
Wilde, Stendhal, Flaubert, Poe, poi gli altri, stimati per la fama ma onestamente poco frequentati da me (purtroppo!!!)

andrò a ripassarmi il Novecento che ho letto senz'altro di più (divertente questa cosa, Grazie!!)

gino ha detto...

qualche volta esce il mio nome, quasi involontariamente, altre volte cerco invano di metterlo. Mah!!!
se non uscisse, sono ancora Gino. Ciao