martedì 7 dicembre 2010

Celere?


Affascinata da sempre dall’illusione di libertà dell’acquisto in internet, mi ci sto dedicando da qualche tempo, con, finora, soddisfacenti risultati.
L’esperienza in corso riguarda l’acquisto di materie prime per fabbricarmi cosmetici e detersivi privi di petrolio, per evitare di lavare mio figlio a mo’ di pellicano della Louisiana, con la formula alla provitamina BP.

Mi sono rivolta a una di quelle farmacie che hanno annusato l’affare, e hanno sviluppato un potente negozio online in cui illustrano una serie di materiali che da anni erano scomparsi dalla libera vendita (parlo di ossido di zinco, glicerina, oli e burri) insieme a conservanti, emulsionanti, tensioattivi il cui uso, con la lentezza dell’ignorante e la volontà del fanatico, cerco di imparare.
Ebbene: non avevo preso in considerazione il fenomeno “paccocelere 3”.
Il 29 novembre la farmacia mi scrive che il pacco è partito, e me ne fornisce il codice per controllare il percorso sul sito delle Poste. Prendo atto che la merce non è più in mano loro. Ed è un peccato, almeno sapevo dove si trovava.
Per quasi una settimana il sito “trova il pacco” o qualcosa di simile riconosce la paternità del codice, ma si rifiuta di fornire informazioni ulteriori. All’improvviso, il 3 dicembre, il pacco compare in un paesino sconosciuto del basso Lazio, non senza provocarmi nostalgie, studiando google maps, nel rammentare piacevoli vacanze a Sabaudia. Comprensibilmente, anche il pacco celere decide di lasciarsi cullare dalla mitezza di quelle campagne, concedendosi, immagino, anche qualche mozzarella di bufala che spero non dovrò pagare in contrassegno, e laggiù trascorre il weekend.
Ma si sa, l’ospite puzza come il pesce, dunque il 6 dicembre lo vedo costretto a sloggiare; non essendo molto avventuroso, sceglie la direzione in cui portano tutte le strade: Roma.
Ora abita lì, e forse solo l’insidiosa disoccupazione lo costringerà un giorno ad emigrare verso il nord, sperando che mi permetta di intercettarlo prima che passi il confine.

Non avevo capito che il pacco celere 3 viaggiasse ad autopropulsione, probabilmente a piedi e senza scarpe. Se lo vedete, vi prego di ospitarlo e di dargli due soldi per la corriera, che rimborserò in contrassegno.

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