lunedì 7 marzo 2011

Dimenticavo


Libri, libri. Questa mia lunga assenza tonsillitica, mista al panico da post vuoto che segue ogni silenzio imposto, alimenta il rischio di dimenticare le mie letture, disperdendo così un diario di autoaiuto alla memoria di una certa importanza per la scrivente impiegata.

Dunque: ho finito la Vargas, Chi è morto alzi la mano. Avevo detto in precedenza che le avrei lasciato questa possibilità di redimersi ai miei occhi (me la immagino, la Vargas: e chissenefrega, nun ce lo metti?), e qui la scrittura, a mio parere, è inferiore al libro precedente, in cui mi aveva colpita particolarmente, ma la trama è più interessante; ammetto di essere arrivata alla fine piena di ipotesi e domande come dovrebbe accadere leggendo un buon giallo.
Poi ricordo di aver di nuovo appoggiato sul comodino i cinque volumi di Gardening, rileggendoli quasi integralmente nella speranza di veder infusa in me l’arte del buon giardiniere, nonostante il cortile mi guardasse con rassegnata disperazione.
A tempo perso ho letto vari Venerdì della Repubblica ed Espressi, bravi come pochi ad allontanarmi dalla letteratura, e poi un libro che non ricordo in questo momento, e che spero di ritrovare al capezzale.
Ora sono china (nell’ottocento non si può che esser chini, vista la qualità delle lenti e dell’illuminazione) su Dickens, che rimane il mio porto, la mia culla, pur impregnata di fuliggine e cattiveria umana.

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