giovedì 24 settembre 2009

Avanzi


Vorrei ricordare in rete un album ormai credo quasi introvabile, e-bay esclusa, naturalmente: Sopravvoliamo di Rokko e i suoi fratelli, gruppo emerso nel 1992 nel festaiolo ambito dell’intramontabile trasmissione Avanzi, formato da Corrado guzzanti, Pier Francesco Loche, Stefano Masciarelli e Antonello Fassari.
Sopravvoliamo, al pari delle creature migliori della creatività umana, contiene pezzi di tale saggezza da essere passato da una Repubblica all’altra senza mostrare alcun segno del tempo, rendendo necessario il solo accorgimento di sostituire il nome di qualche politico, giornalista, regista con quello di qualche altro. E non in tutti i casi.

La canzone che dà titolo all’album era la sigla del programma, e continua ad essere attuale, esclusivamente perché la classe politica continua ad essere la stessa.
A testa bassa affronti il bus ogni mattina
ma è un mezzo pubblico pure la ghigliottina.
Io per pagarmi la marmitta catalitica
mi son dovuto vendere tutta la macchina.
Tanto sarà tutta corsia preferenziale
per collegare ministeri e trattoriole e
discoteche ed osterie e boutiques e birrerie.
"Onorevole che prende?”
"Salto il primo di secondo cosa c'è?"
Un giorno, ispirata da Michele Serra, mi chiesi quanto grande dovrebbe essere una maglietta per contenere tutto quello che vorremmo far sapere di noi per opporci pubblicamente a quello che secondo alcuni dovremmo pensare: non sogno di essere come il presidente del consiglio – non sogno di passare una notte a palazzo grazioli - e così via.
Ecco, Laico reggae, la mia canzone preferita, contiene un ottimo riassunto di quello che vorrei scrivere su una maglietta come manifesto:
Ma alla mia età
vivo bene anche queste contrarietà
guardo in alto e mi convinco che
Dio è laico come me...
è laico come me...
è laico come me...
Una strofa:
Genetica etica dimmi se passiamo la soglia
se clonando un uomo non si rischia di clonare la noia.
Ma come può evolversi l'uomo se fa l'impegato?
Imparando dei buoni motivi per darsi malato?
Nell'etica come per radersi ci vuole esercizio
la prima lama solleva il pelo la seconda il vizio.
E che dire dell’attualità di Dolore fisico, canzone ispirata dal Mixer di Minoli, ora completamente ripulito dalla sobria conduzione di Rai Storia delle manie sanguinarie che dimostrava apertamente conducendo la trasmissione Mixer:
(…) c’è una ragion per vivere e una per morire,
ma nel secondo caso mi dovete avvertire.
Tutto quello che non vi hanno detto,
tutto quello che non vi hanno fatto,
noi ve lo diciamo!
Noi ve lo facciamo!
Che splendidi dettagli dentro a un corpo umano!!
(…) E poi ancora i cani e i gatti spiaccicati,
scollati dall’asfalto saranno intervistati.
La tv di servizio, ti toglie lo sfizio,
la tv del dolore fa bene all’amore!!
Ma che ne so? Cosa mi prende?
E’ un’euforia! No no, togliete quelle bende!
Vogliamo vedere! Vogliamo sapere!
Qualcosa di più!!! Signore, dacci sempre sangue in tv!!
Cito infine, tralasciando altri pezzi pur degni di nota, l’immortale canzone “Non tradite l’amore”, che abbandona tematiche di attualità per parlare del solo sentimento eterno, che non è l’amore, bensì l’impronta che si vorrebbe lasciare di se stessi nell’amore, perpetuamente e indipendentemente dalle concrete vicende, indipendentemente dai sentimenti provati, solo per il fatto di essersi in qualche modo e in qualche entità (anche minima) donati all’altro, intimamente convinti di essere il bene più prezioso.
Possiamo ritenere di aver perso tempo per anni, con una persona, ma fatichiamo enormemente a sopportare che anche l’altro ammetta di aver perso tempo con noi..
(…)un amico mi racconta
Di aver visto in giro la mia vecchia Marie Helene
Lei che si legò alla porta per non farmi andare via
Teneva al collo un bimbo che non somigliava a me (porc’monn’)
(…)Sì lo so, sono io che vi ho lasciate
Ma vorrei che tutte voi continuaste a amarmi sempre come prima
Si lo so, ne cambio un paio all’anno
Ma vorrei esser per voi l’uomo che fuggì per sempre con l’amore
Sto con lei, ma sono fatti miei
Quindi gradirei che voi mi moriste sempre dietro come prima
Sì lo so, Ero io che vi tradivo
perché non vi ho amate maiMa vorrei che ancora ci piangeste su.
Augurare sinceramente all’altro un futuro radioso è probabilmente solo dei saggi e dei matti.
PS: ho citato a memoria per la scarsità di aiuti in rete, sicuramente ci sono degli errori.

Nessun commento: