giovedì 27 gennaio 2011

Ditemi cosa vi serve ancora


Un numero spropositato di persone che, mio malgrado e soffrendo le pene dell’inferno, sono costretta quotidianamente ad ascoltare mentre parlano di politica, restano incredibilmente indifferenti a qualsiasi novità processuale di questi giorni: sarà anche in parte vero, tutto questo fatto di Berlusconi, ma tanto sono tutti così, destra e sinistra, tutti uguali; solo più bravi a nascondersi.

E dicono questo sentendo notizie di amanti, di festini buei, di decine di ragazze a cena, di minorenni che chiedono 4 milioni per tacere, di capi di stato che regalano letti matrimoniali, di appartamenti-harem in cui si combatte per la casa più grande, di 12 chili di cocaina in garage, di igieniste dentali che finiscono consigliere regionali a 25 anni, di soubrette che diventano ministri, di bunga bunga, di auto di stato che fanno la spola tra le ville, per sorvolare su affari a mio avviso ancora più gravi, come le decine di leggi ad personam, l’affare di Antigua (e qui apro una parentesi: quando vedo Antigua in TV, tentando di non pensare ai richiami letterari che me l’avevano fatta desiderare, trovo incredibile come sia stata devastata da quelle ville orrende, e mi chiedo perché mai tanti ricconi decidano di prender casa in posti così palesemente brutti).

Credo che queste persone continuerebbero imperturbabili a dire che tanto lo fanno tutti anche se si scoprisse ad Arcore un hangar per progettare un attacco alla sede della Comunità Europea con un dirigibile carico di bambole gonfiabili vestite da infermiere al plutonio, se si provvedesse a sradicare dal territorio italiano tutte le conifere perché colpevoli di causare un’allergia al capo, o se entrasse in vigore una legge che togliesse alle donne brutte e a quelle oltre i 35 la cittadinanza italiana.

Il pensiero, che ha sempre bisogno di un sorriso, va all’amatissimo Troisi, che presentando il film “Non ci resta che piangere” disse qualcosa come: volevamo parlare di una situazione che la gente conoscesse, di sensazioni note e condivise, e a chi non è mai capitato di finire nel millequattrocento?

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