venerdì 14 gennaio 2011

Parole altrui



Da "Caduto il privilegio, il premier va alla guerra" di Giuseppe D'Avanzo, Repubblica di oggi.

(...)"La nuova davvero pessima la si scorge nelle manifeste intenzioni del premier. Lo si vede già muovere i fili con attenzione. Clamorosamente fallito come uomo che governa e modernizza finalmente il Paese, il Cavaliere affida il suo destino al solo congegno che conosce e controlla: le elezioni. In queste ore, con queste mosse - ieri la sortita a Berlino contro "l'ordine giudiziario fuoriuscito dall'alveo costituzionale", oggi la catilinaria televisiva dalla tv di casa in compagnia di un dipendente - le sta preparando con cura mentre dice in pubblico - spudorato - di non volerle. Come sempre, ha bisogno di creare un "contratto emotivo" con gli elettori ricordando che la sua proposta politica è egli stesso. Che il suo destino è il destino di tutti. Che la sua persona e i suoi interessi privati sono gli interessi del Paese. È una strategia che funziona (in passato ha funzionato tre volte su cinque) quando ogni questione nazionale o espressione politica precipita in una conflittualità concreta che consente di dividere il Paese in amico e nemico. È un metodo che trasforma in una vuota astrazione ogni altro problema: il debito pubblico, il declino dell'Italia, il dramma delle giovani generazioni, il fallimento delle liberalizzazioni, lo Stato di diritto, i precetti della Carta costituzionale, la sovranità, il discredito dell'Italia nel mondo. Quel che conta è il Corpo mistico del Capo, al tempo stesso sovrano e popolo. Quel che conta è sapere qual è il nemico che minaccia il Capo e che quindi deve essere - dal popolo, dai membri del corpo mistico - contrastato e colpito.

Ecco la notizia pessima: Berlusconi si prepara al voto ed è intenzionato a far rotolare il Paese in un conflitto senza confini e il nemico da distruggere sarà la magistratura. Una magistratura che il Cavaliere vorrà rappresentare come nemica del popolo, della democrazia, dell'Italia, come appunto pare si chiamerà il suo nuovo partito. Se sei contro l'Italia (partito), sei contro l'Italia (nazione). "Quando si avoca a sé la piena rappresentatività della comunità nazionale e si disconosce la legittima cittadinanza dell'altro in quanto anti-nazionale è guerra civile", sostiene Marco Rovelli. Si può anche non sapere se ci attende davvero una moderna "guerra civile", è certo che Berlusconi sta preparando, a partire dai suoi contrasti con la giustizia, qualcosa di molto simile".

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